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lunedì 20 Marzo, 2023

Rovereto, Chiude la cartolibreria Rosmini dopo 52 anni di attività

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L’annuncio ai clienti più affezionati. Se ne va un luogo che tutti i roveretani hanno frequentato, a partire dai giovani che lì cercavano i libri di scuola

La notizia ferisce come una fucilata e non tanto perché è l’ennesimo negozio storico di Rovereto che chiude, e non tanto perché dispiace sempre quando ad abbassare le serrande è una libreria, vale a dire il meglio che uno possa visitare, ma perchè la Cartolibreria Rosmini è un pezzo di storia cittadina che se ne va e a cui tutti sono molto affezionati. Perché le generazioni di roveretani, lì dentro, si sono succedute in un tempo che all’improvviso sembra essere passato alla velocità della luce.
Prima era conosciuta come “libreria Manfrini” dal cognome del gestore che la aprì nel 1930, poi, come si ricorderà, venne rilevata dalla prima giornalista donna del Trentino, Maria Maly Angelini, che la traghettò avanti dal 1968 al 1985 attribuendo alla libreria il nome attuale, “Rosmini”, appunto. È toccato alla famiglia di Franco Molinari, la moglie Marisa, più tardi anche la figlia Silviana, subentrare alla Maly e offrire alla città un grande servizio, sempre all’insegna della gentilezza (elemento indispensabile per chiunque gestisca un servizio pubblico, eppure non così facile da trovare) e della guida competente tra il ginepraio sempre più affollato e complesso dell’editoria moderna. Un servizio che si affermò tanto da permettere ai Molinari, ad un certo punto, di aprire anche la Libreria Mondadori in Piazza Rosmini, esattamente negli ampi locali che nel passato erano stati occupati dalla Libreria Giovannini, nel Palazzo Testori-Candelpergher.
Rovereto ha conosciuto anni d’oro per l’editoria e per i lettori, ma poi… chiusa la Kiniger, chiusa la Piccolroaz, chiuso, lo scorso settembre, il salottino bohemien di Giorgio Boninsegna, in Via Rialto. Altro luogo in cui stare bene, come suggeriva l’originale nome “I libri ed io siamo qui”, con il malizioso gioco espresso da quel “ed io”. C’è di che disperare. Laconica la comunicazione con cui la famiglia Molinari prende commiato, i responsabili della chiusura, spiega, è l’urto portato dal Covid, in primis, ma non solo. Ormai la concorrenza degli acquisti on line uccide anche i libri. L’era del tiratore franco Internet colpisce tutti e, supponiamo, non vi sarà mai fine finchè non ci sarà una presa di coscienza da parte degli acquirenti; finchè non ci si stancherà di camminare per vie maledettamente deserte, mentre Amazon lancia il pacchetto oltre il cancelletto di casa. Covid, Internet, non ultima, ovviamente, la crisi del centro storico della nostra città che, sinceramente, fa percepire malinconia e insicurezza anche a chi ha i nervi saldi: queste le ragioni della chiusura. «Abbiamo saputo mantenere il dialogo con le forze vive della società roveretana – scrivono i Molinari – con la scuola, con gli insegnanti, gli studenti, con gli enti culturali, con il territorio provinciale e regionale, mettendo a frutto la professionalità, l’amore per i libri e la serietà accumulati negli anni di precedenti attività nel campo dell’editoria». Una libreria gestita con tanta educazione e che, senza particolari campagne pubblicitarie, era riuscita ad essere luogo di incontro, «sempre attenta al mondo in evoluzione, si è dotata dei più moderni supporti informatici garantendo un servizio completo di informazioni, disponibilità di volumi, velocità di riordino e consegna». Un de profundis, questo elenco degli sforzi fatti negli anni, che tradisce il grande dispiacere con cui anche questa famiglia abbassa le serrande. E non è un caso, aggiungiamo, se nel 2022 la direzione del Ministero della Cultura l’aveva inserita nell’albo delle librerie di qualità.