Il riepilogo

domenica 14 Dicembre, 2025

Romeo: sei anni di inchiesta con 77 indagati di cui 8 arrestati

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Sfilza di intercettazioni e perquisizioni. Il 3 dicembre 2024 erano scattate le misure cautelari, anche nei confronti dell’allora sindaca di Riva tornata presto libera. Anche tra i 68 a piede libero la Procura ha fatto stralci

Era novembre 2019 quando si mossero i primi passi della maxi inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della Procura di Trento. Anni di indagini e di intercettazioni dei carabinieri del Ros e della Guarda di Finanza che avevano portato ad indagare 77 persone in tutto. Otto di queste finite un anno fa (era il 3 dicembre) agli arresti domiciliari, con l’accusa di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso finalizzata a una serie impressionante di reati, dalla corruzione alla rivelazione di segreti d’ufficio, dal falso alla turbativa di gara al finanziamento illecito ai partiti. Un’associazione per l’accusa, per come era stata prospettata sulle prime, in continua espansione, con interessi economici e mire ad ottenere profitti da iniziative speculative, specie in campo edilizio: dal progetto del Whaltherpark a Bolzano, all’area ex Cattoi di Riva del Garda passando per l’hotel Palace di Arco. Un sodalizio che avrebbe usato una sua forza intimidatrice tipica dell’agire mafioso, nell’ambito di un sistema corruttivo stabile, professionale e organizzato. Un quadro accusatorio che nel corso delle indagini più recenti si sarebbe però sgonfiato, tanto da portare la Procura a fare un passo indietro, stralciando parte degli atti e chiedendone l’archiviazione.
A fare clamore un anno fa era stato anche l’arresto dell’allora sindaca di Riva Cristina Santi, rimessa in libertà a stretto giro di posta, dopo l’interrogatorio di garanzia. Fin da subito si era dimostrata collaborativa con gli inquirenti, respingendo le contestazioni, chiarendo la sua posizione in merito al finanziamento da 10 mila euro dall’imprenditore arcense Paolo Signoretti alla Cestistica rivana (di cui l’amministratrice era stata presidente) e alla concessione, sempre da parte dell’ingegnere, dell’area ex Cattoi all’Alto Garda parcheggi, società controllata dal Comune, a un prezzo più basso di quello di mercato, almeno questa era la contestazione iniziale. Anche nel caso della ex prima cittadina le ipotesi si sarebbero ridimensionate.
Quanto alle restanti 68 persone erano state indagate a vario titolo e anche tra loro c’era chi aveva aperto la porta a carabinieri e finanzieri. Oltre un centinaio le perquisizioni eseguite allora tra Trento, Bolzano, Riva, Arco, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona. E non erano mancati i sequestri.
Anche nei confronti degli indagati a piede libero comunque la Procura avrebbe già proceduto con alcuni stralci e richieste di archiviazione.