l'operazione
domenica 27 Luglio, 2025
Riva, sigilli al centro di «massaggi cinesi»: s’indaga per sospetta prostituzione. I vicini: «Tutti sapevano»
di Leonardo Omezzolli
Venerdì sera i carabinieri hanno fatto irruzione nel locale. Secondo le testimonianze raccolte, l’esercizio, anche quando risultava chiuso, vedeva al suo interno la presenza di persone che facevano sospettare di vivere all’interno dell'esercizio

Non era certo il lieto fine che si aspettavano i clienti del centro massaggio cinese di via S. Nazzaro a Riva quando alle 18.30 di venerdì sera hanno fatto irruzione i carabinieri di Riva per sottoporre sotto sequestro il locale e andare a fondo di quella che potrebbe essere una sospetta prostituzione di ragazze cinesi che operavano e vivevano all’interno dei locali. Quanto avvenuto venerdì sera è però strettamente collegato ai sigilli apposti agli ingressi di un altro centro massaggi, questa volta situato in viale Trento 29/C. In questo caso, l’operazione, passata sotto traccia, risale a circa un mese fa. Gli uomini dell’Arma sono intervenuti in un tardo pomeriggio e hanno fatto uscire, senza troppo clamore tutti i presenti. «Sono uscite diverse ragazze cinesi – racconta una dipendente di un vicino esercizio che ricorda l’episodio di settimane prima – Dopo di che hanno messo il sigillo e scritto che era sotto sequestro». Più o meno quanto avvenuto venerdì sera intorno alle 18.30 in piena attività del centro massaggi. I carabinieri di Riva hanno raggiunto Via S. Nazzaro 83/B e 83/C sotto la guida del comandante capitano Stefano Marchese autorizzato dal decreto del Gip del Tribunale di Rovereto.
Gli agenti dell’Arma sono entrati nelle due strutture poste al piano terra di una struttura residenziale all’interno della quale si trovano sia residenze ordinarie che alloggi turistici. Tutte le ragazze, il personale e i clienti presenti sono stati fatti uscire. «Non ci ha sorpreso – racconta una signora residente all’interno della palazzina -. Qui tutti sapevano che non si trattava di soli massaggi. Sono arrivate le forze dell’ordine di sera perché loro non tenevano aperto solo di giorno ma anche a notte inoltrata. E poi hanno fatto uscire tutti».
Ieri mattina, per scongiurare che i titolari o persone a loro collegate potessero entrare nei locali è stato contattato il proprietario dei muri e alla sua presenza e a quella delle forze dell’ordine è stato apposto un chiavistello. Secondo i residenti che il centro massaggi avesse qualcosa di anomalo era evidente. Secondo le testimonianze raccolte l’esercizio, anche quando risultava chiuso, vedeva al suo interno la presenza di persone che facevano sospettare di vivere all’interno dei locali commerciali.
Insomma, il sospetto sul quale stanno indagando le autorità competenti è proprio quello dell’istigazione alla prostituzione che trova origine in un’indagine scrupolosa cominciata almeno un mese fa se non addirittura prima.
L’Alto Garda non è nuovo a episodi simili. Nel 2016 a Linfano in territorio arcense vennero chiusi alcuni locali con la medesima accusa e con la denuncia della titolare, una donna cinese. Per scoprire l’entità della vicenda non resta che attendere l’esito delle indagini.