Verso il voto
sabato 7 Giugno, 2025
Referendum cittadinanza: cosa succede se vince il sì. In Trentino i possibili stranieri beneficiari sono 25mila
di Sara Alouani
Le richieste, le nuove cittadinanze: numeri e dati per un voto consapevole

I prossimi 8 e 9 giugno si andrà a votare anche per abrogare la legge sulla cittadinanza del 1992. Ma cosa significa esattamente, cosa comporta questa modifica e chi riguarderebbe?
Il testo della legge in vigore prevede che un cittadino extracomunitario può richiedere la cittadinanza italiana (richiedere, non ottenere) una volta maturati 10 anni di residenza continuativa, oltre ad altri requisiti, tra cui l’assenza di condanne penali, un reddito stabile e la conoscenza della lingua italiana. Il referendum chiede, sostanzialmente, di dimezzare i tempi, portando quindi da 10 a 5 gli anni di residenza continuativa: gli stessi previsti per i cittadini appartenenti all’Unione europea.
Al 1° gennaio 2024, secondo i dati Istat, sono 30.875 i cittadini stranieri extraeuropei regolarmente residenti in Trentino, ma non necessariamente tutte potranno richiedere la cittadinanza. Le varianti sono moltissime e il calcolo dei futuri cittadini è complesso. Su 30.875 cittadini provenienti da Paesi extra-Ue, sono 17.321 coloro che hanno un permesso di soggiorno a lungo periodo (un documento che va rinnovato ogni 10 anni), mentre sono 2.855 le persone che hanno un permesso per motivi di lavoro e 5.373 per motivi familiari, che sono legate a chi è già in possesso di un titolo di soggiorno. Quindi, nel caso in cui venissero dimezzati i tempi, potrebbero esserci da 17mila a 25.500 persone che potrebbero richiedere la cittadinanza.
Ai cittadini stranieri con un permesso di lungo periodo vanno aggiunti coloro che hanno un’altra tipologia di permesso a scadenza e che sono regolarmente residenti da almeno 5 anni in Italia. Inoltre, «vanno contati anche i figli minori che automaticamente acquisiscono la cittadinanza quando un genitore la ottiene», spiega Michele Larentis, responsabile delle attività degli sportelli del Cinformi. Che aggiunge un’ulteriore scrematura al conteggio: «I cittadini provenienti da Paesi che non permettono la doppia cittadinanza come India e Cina difficilmente rinunciano al proprio passaporto».
Secondo i dati pubblicati dalla Fondazione Ismu, nel 2022 l’Italia ha concesso 213mila cittadinanze (il 76% in più rispetto al 2021, quando erano diventate italiane 121.457 persone) posizionandosi al primo posto in Europa, seguita dalla Spagna (181.581) e dalla Germania (166.640). In Trentino, nello stesso anno, sono state 3.278 le persone che hanno ottenuto la cittadinanza italiana: 675 in più rispetto all’anno precedente.
Se da un lato è corretto dire, come rimarcava il ministro Piantedosi ad agosto 2024, che «l’Italia è il Paese che ha concesso il numero maggiore di cittadinanze (nel 2022 ndr)», dall’altro è altrettanto corretto contestualizzare questi dati. Infatti, se valutiamo il rapporto tra il numero di persone che hanno acquisito la cittadinanza di un Paese nel corso di un anno e il numero di residenti stranieri abituali – secondo i dati Eurostati – nel 2022 notiamo che il tasso di naturalizzazione in Italia è di 4,2 ogni 100 residenti stranieri contro i 26,8 della Romania, i 10,6 della Svezia e i 7 della Norvegia. Inoltre, va sottolineato che nel numero complessivo vengono calcolate anche le acquisizioni tramite ius sanguinis, e quindi per discendenza, che non prevede l’obbligo di conoscere la lingua o di risiedere in Italia (è il caso dei cittadini dell’America Latina). Nel 2022 sono state 20mila e il Brasile si è posizionato al quarto posto con 11mila nuovi cittadini italiani.
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