Verso il voto
giovedì 5 Giugno, 2025
Referendum cittadinanza, Confidustria e Acli guardano con favore al sì: «Giusto dimezzare i tempi»
di Tommaso Di Giannantonio
Il presidente degli industriali Delladio: «La soluzione passa anche per un percorso di integrazione. I quesiti sul lavoro? Sono un ritorno al passato»

Gli industriali trentini guardano con favore al referendum sulla cittadinanza. «Al di là del merito, mi hanno colpito le motivazioni. Sopra a tutte: acquisire il diritto di votare e avere pari opportunità sul mercato del lavoro», dice il presidente di Confindustria Trento, Lorenzo Delladio. Parere opposto, invece, sui quesiti inerenti al lavoro: «Ritorno al passato», afferma.
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini sono chiamati al voto su 5 referendum abrogativi: uno, promosso da +Europa, sui requisiti per la cittadinanza e gli altri quattro, promossi dalla Cgil, sul lavoro (licenziamenti illegittimi, indennità nelle piccole aziende, contratti a termine, appalti e sicurezza).
Se vince il «Sì» al referendum sulla cittadinanza, si dimezzerà il periodo di residenza ininterrotta necessario per richiedere la cittadinanza italiana: gli stranieri extra-comunitari (regolari sul territorio nazionale) dovranno aspettare 5 anni anziché 10. «Nelle scorse settimane — racconta Delladio — ho incontrato e ascoltato i rappresentanti di un comitato locale che promuove il quesito sulla cittadinanza». E le motivazioni rappresentano «una lezione di responsabilità che non ho paura a definire esemplare, in un tempo in cui il 50% di chi ha la possibilità di votare non lo fa». «Il quesito sulla cittadinanza — prosegue — ha sicuramente il merito di riportare in evidenza una questione che non può dirsi risolta, e che merita di essere affrontata in un dibattito il più possibile libero da approcci ideologici. Certamente il nostro Paese ha bisogno di risposte strutturali e funzionali a due istanze che non trovo in antitesi: quelle, comprensibili, dei cittadini stranieri che risiedono stabilmente nel nostro Paese, e quelle di quanti, noi compresi, chiedono misure a favore di una maggiore attrattività dei territori». Allo stesso tempo Delladio rimarca come «la soluzione non si trovi nella revisione di un computo numerico, ma dentro a solidi, strutturati, percorsi di integrazione e di coinvolgimento che oggi francamente non vedo».
Sugli altri referendum, invece, riprende le parole del presidente nazionale di Confindustria Orsini: un «ritorno al passato». Sul Jobs Act, in particolare, «affrontare così una legge di 10 anni fa, oltre a non considerare affatto tutte le profonde modifiche apportate dalla Corte costituzionale, vuol dire dimenticare quelle che sono oggi le priorità del mondo del lavoro. Non tanto la precarietà – oggi alle imprese italiane mancano 100mila persone – quanto la qualità delle retribuzioni; non le regole d’ingaggio – oggi le persone valutano in primo luogo condizioni migliori in termini di soddisfazione e di conciliazione – ma la disponibilità di salari adeguati e proporzionati alle competenze richieste, oltre che coerenti alle giuste attese di una vita in costruzione: un alloggio, una famiglia, tempo libero, salute, benessere, cultura». Delladio sottolinea anche come «l’industria è mediamente il settore che contribuisce più di ogni altro a garantire le retribuzioni più alte e la maggior qualità dei contratti». Insomma «le riforme di cui abbiamo bisogno sono altre. Sono quelle che devono potere consentire di investire in innovazione e internazionalizzazione, di aumentare la competitività sui mercati globali e la produttività: il solo strumento, insieme a scelte intelligenti sulle aliquote fiscali, che possa consentire un intervento diffuso sui salari».
Anche le Acli del Trentino rompono il silenzio sul quesito referendario che riguarda la cittadinanza: «Votando sì si è d’accordo sul cambiare lo stato attuale, votando si intende mantenere lo status quo – spiega il presidente Walter Nicoletti – In merito ai quattro quesiti sul lavoro le Acli non danno indicazioni di voto ma invitano a recarsi alle urne per esercitare il diritto di scegliere, un impegno capace di ravvivare la fiamma della democrazia e per cercare di raggiungere il quorum necessario affinché la consultazione sia valida. Per quanto riguarda invece il quinto quesito sulla cittadinanza le Acli appoggiano il sì, ovvero la riduzione da 10 a 5 gli anni necessari perché una cittadina straniera o un cittadino straniero possa ottenere la cittadinanza, allineando l’Italia con la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea. Dimezzare i tempi significa più dignità per le nuove cittadine e i nuovi cittadini italiani, maggiori diritti e quindi migliore integrazione, salari più elevati utili anche a pagare le nostre pensioni. Significa riempire prima i posti vacanti generati dal calo demografico e dalla carenza di lavoratori».
Economia
Cooperazione in assemblea, Simoni: «Dopo 130 anni un modello attuale che coniuga equità e competitività»
di Gabriele Stanga
La Federazione Trentina che rappresenta 429 imprese associate, oltre 300 mila soci e 23 mila lavoratori, approva il nuovo statuto, rinnova due componenti del CdA e rilancia la partecipazione come leva di coesione e sviluppo
economia
«Protocollo Sviluppo Trentino»: contributi da 50 a 500mila euro per sostenere la crescita e la transizione green delle imprese
di Redazione
Approvata oggi l'iniziativa provinciale che sarà in grado di coprire per tutta la durata del finanziamento circa il 50% degli interessi sostenuti dalle imprese