il caso
martedì 11 Novembre, 2025
Razzismo in campo, la denuncia di un giocatore del Gardolo: «Mi ha dato della scimmia e rideva»
di Andrea Scalet
La società giudicariese: «Il nostro calciatore ha fatto un verso di dolore, non un urlo da scimmia». Tra gli under 17 un altro episodio:
ragazzo preso a pugni. «Già sospeso»
C’è un momento, nel calcio, in cui la partita smette di essere solo gioco. Accade quando il rispetto si spezza e subentra la rabbia. Ancora una volta, il campo da gioco diventa teatro di discriminazioni che nulla hanno a che fare con lo sport, che dovrebbe restare luogo di rispetto, inclusione e confronto. È successo domenica a Roncone, nelle Giudicarie, nella gara tra Alta Giudicarie e Gardolo, sospesa dopo una zuffa dovuta a un insulto a sfondo razziale rivolto da un giocatore della squadra di casa a un avversario. È accaduto, sempre domenica, anche in un incontro giovanile tra Solteri San Giorgio e Union Trento, dove uno scontro di campo si è trasformato in gesto di tensione. Due episodi diversi, ma un unico segnale. Qualcosa, nella cultura sportiva, si sta incrinando.
Protagonista involontario del primo episodio è Hans Rodriguez, classe 1994, esterno colombiano del Gardolo in Prima Categoria, in Trentino da quattro anni. «Mancavano pochi minuti alla fine della partita – racconta Rodriguez – Stavo per battere una rimessa laterale quando un avversario ha imitato il verso della scimmia per l’ennesima volta, questa volta più forte. L’arbitro ha detto di aver sentito. Lui continuava a ridere e a insultarmi. Io gli sono andato addosso e sono stato espulso, così come lui. Mi ha dato della scimmia e usato altri epiteti. Dopo la partita non l’ho più visto. I miei compagni mi hanno portato negli spogliatoi per proteggermi. Abbiamo deciso di non proseguire la partita. Non c’erano più le condizioni per giocare. In due anni al Gardolo non mi era mai successo nulla del genere. In Trentino mi sono sempre trovato bene, ho tanti amici e rispetto da parte di tutti». Rodriguez aggiunge di aver più volte segnalato all’arbitra Tosca Braus della sezione di Arco Riva il comportamento dell’avversario. «Le ho detto tre volte cosa stava accadendo, ma sembrava che non volesse intervenire. Alla fine ha ammonito il mio compagno Baldessari, che stava solo cercando di spiegare la situazione». Dopo la gara, un rappresentante della società di casa si è recato negli spogliatoi per porgere le proprie scuse: «Mi è venuto incontro un dirigente dell’Alta Giudicarie, che ha voluto scusarsi a nome della società. Mi ha detto che quel gesto non rappresenta la squadra, ma solo il singolo giocatore». La dirigenza dell’Alta Giudicarie – guidata dal presidente Oreste Bonazza e dal vicepresidente Marco Polana – ha espresso rammarico ma respinge le accuse di razzismo: «Condanniamo apertamente ogni forma di discriminazione. Dopo la gara ci siamo scusati con il giocatore del Gardolo in modo civile. Ci sentiremo con la società avversaria per chiarire i fatti. Il nostro obiettivo è capire e, se serve, prendere provvedimenti. Chi sbaglia paga, ognuno si assume le proprie responsabilità». La società giudicariese, però, ribadisce: «Rodriguez ha spintonato il nostro giocatore Fabiano Vettori, che è caduto a terra emettendo un verso di dolore. Quel suono sarebbe stato interpretato come un urlo della scimmia, generando il parapiglia. Vettori ha ricevuto due colpi ed è stato espulso dopo essere stato più volte provocato. Siamo dispiaciuti per quanto accaduto, ma ribadiamo che il razzismo non appartiene ai nostri valori».
Netta la reazione della società Usd Gardolo: «Non può essere ridotto a un semplice incidente di gioco, anche se la ricostruzione dell’accaduto dipenderà dal referto arbitrale. Di fronte ai reiterati insulti a sfondo razzista, tutta la squadra, compatta, ha ritenuto non ci fossero più le condizioni per proseguire a giocare anche se mancavano pochi minuti al fischio finale».
Un secondo episodio, altrettanto significativo, si è verificato nella categoria Under 17, nella gara tra Solteri San Giorgio e Union Trento. Due storie, due contesti diversi, ma un unico filo rosso. La necessità di riportare al centro il rispetto, dentro e fuori dal campo. Germano Livio, presidente del Solteri San Giorgio, spiega quanto successo: «A pochi minuti dalla fine, l’Union Trento ha segnato il 4-3. Il nostro portiere ha reagito in modo sconsiderato contro l’attaccante avversario. Il nostro è un ragazzo cresciuto da noi, tranquillo, e nessuno si aspettava una reazione del genere. Ho subito chiamato la famiglia del ragazzo dell’Union per scusarmi e sapere come stesse, e ho parlato anche con il presidente Nicola Stanchina. Ti senti responsabile in questi casi, perché proviamo ogni giorno a trasmettere valori positivi. Il ragazzo verrà sospeso ancora prima della decisione del Giudice sportivo. Deve riflettere su quanto accaduto. Lo sport è integrazione, non sopraffazione. Questo episodio mi rattrista, ma deve servire da lezione».
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