il caso
venerdì 14 Novembre, 2025
«Quei dati non si potevano raccogliere»: il Garante multa Trento e Bolzano per le telecamere sui passi
di Tommaso Di Giannantonio
Privacy violata nel monitoraggio del traffico dolomitico: sanzioni alle due Province, obbligo di spegnere gli impianti e cancellare tutte le informazioni già acquisite
Non sempre le buone intenzioni sono sufficienti, soprattutto quando si ha a che fare con dati personali. In questi casi è necessario un surplus di attenzione, altrimenti si rischia di incorrere in sanzioni, come è avvenuto alle Province di Trento e Bolzano, multate dal Garante della privacy per il monitoraggio del traffico sui passi dolomitici.
Il progetto risale al 2019. A partire da quell’estate la Provincia di Bolzano installa 124 telecamere capaci di leggere le targhe dei veicoli, di cui 24 in convenzione con la Provincia di Trento lungo i quattro passi Sella, Gardena, Campolongo e Pordoi, oltre che nell’anello composto dalle strade statali della Val Gardena, della Val Badia, della Val di Fassa e dalla strada regionale 48 passante per Arabba. La finalità è nobile, persegue un interesse pubblico: raccogliere informazioni – dal 2019 al 2027 – per studiare soluzioni a favore di una mobilità sostenibile, e perché no, per immaginare anche limitazioni al traffico, «in un’ottica di salvaguardia ambientale ed economica dell’area Dolomiti Unesco». Piazza Dante sostiene metà della spesa, per un importo massimo di 100mila euro. Trento interviene solo sul piano economico. Mentre Bolzano si occupa dei contatti con l’azienda fornitrice della tecnologia e ricopre un ruolo di regia, più determinante.
Le telecamere raccolgono una serie di informazioni: data e ora del passaggio del mezzo sotto la telecamera, la classe del veicolo e la sua nazionalità. I dati vengono raccolti in chiaro e conservati per un massimo di 60 secondi, per poi essere ulteriormente elaborati. La Provincia di Bolzano adotta misure per anonimizzare i dati, mitigando così il rischio di identificazione degli interessati da parte di eventuali terzi. Ma dall’analisi dei dati «possono essere astrattamente ottenute informazioni relative agli spostamenti degli interessati» e il «trattamento (dei dati, ndr) ha avuto luogo per un esteso arco temporale».
E soprattutto la «base giuridica… non può considerarsi qualitativamente idonea a soddisfare i requisiti previsti dal quadro giuridico europeo e nazionale», si legge nel provvedimento dell’autorità.
Il 25 settembre scorso, quindi, il Garante ha comminato una sanzione di 32mila euro a Bolzano e di 8mila euro a Trento, che ha già provveduto a pagare. Ma soprattutto l’autorità ha imposto di cancellare i dati raccolti finora e di disattivare le telecamere.
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