Agricoltura
domenica 30 Ottobre, 2022
Quale futuro per le castagne? Il convegno a Roncegno Terme
di Emanuele Paccher
L'incontro annuale, giunto alla sua 42esima edizione, ha messo in luce una crescita nel settore dopo il calo degli ultimi anni

Quali sono le opportunità per la filiera del castagno? È di questo che si è parlato sabato 29 ottobre a Villa Flora, a Roncegno Terme, in occasione della tradizionale festa della castagna, giunta con l’appuntamento di quest’anno alla 42esima edizione.
L’incontro si è aperto con il saluto di Mirko Montibeller, Sindaco di Roncegno Terme.
«Spesso si ha l’idea che la produzione di castagne sia qualcosa di scontato, di semplice, come se le castagne fossero un frutto selvatico. Invece non è così, è essenziale una cultura del castagno. Faccio quindi i miei complimenti agli organizzatori di questo convegno», queste le parole del primo cittadino.
A seguire sono intervenuti Luisa Palmieri e Giorgio Maresi della fondazione Edmund Mach. Palmieri ha analizzato il piano castanicolo nazionale 2022-2027, evidenziando come la produzione di castagne abbia subito negli scorsi anni un calo importante. La situazione sta però migliorando con un aumento costante e significativo della produzione.
Giorgio Maresi, invece, ha evidenziato le problematiche legate al cambiamento climatico. «Dobbiamo capire che il problema del clima è oggi, non fra dieci o più anni. Ci sono piante che hanno vissuto per secoli e oggi rischiano di scomparire».
A seguire ha parlato Giacomo Gatti, del centro di sperimentazione di Laimburg (BZ), il quale ha parlato della gestione in post raccolta del marciume delle castagne.
Tra le criticità emerse durante i vari interventi c’è anche l’assenza di un censimento delle aree castanicole, il quale consentirebbe di far capire alla cittadinanza l’importanza di questa pianta da frutto.
L’ultima a prendere parola è stata Serena Menegol, presidente dell’associazione produttori castagne di Roncegno Terme. Menegol ha sottolineato come qualche anno fa i produttori di castagne fossero in continua diminuzione, mentre negli ultimi anni sembrano esserci speranze di un ricambio generazionale.
La presidente ha evidenziato la difficoltà nello stimare il numero esatto di coltivatori, poiché molti non lo fanno come professione ma solo come hobby, e pertanto non risultano classificati come produttori agricoli. «Ad ogni modo — precisa Menegol — il numero di coltivatori che ottengono una discreta produzione si attesta sulle 15 persone nel solo paese di Roncegno Terme».
Alcuni produttori sono attivi nel settore da moltissimi anni. È questo il caso di Luigi Broilo, per gli amici Luisito, 83enne, che da oltre 50 anni produce e raccoglie castagne. La passione gli è nata nel lontano ’68 e da allora non ha più smesso.
Oggi è aiutato dal figlio Marcus, anche se a questo non lascia ancora l’intera attività: Luigi, infatti, non rinuncia a curare direttamente il proprio castagneto.
Per lui quest’anno la produzione è stata ottima, con circa due quintali di castagne prodotte, tutte di ottima qualità.
Luigi, come gli altri produttori, venderà le proprie castagne ad un prezzo tra i 5 e i 6 euro al chilo, a seconda della misura e della quantità di acqua che il frutto conterrà al momento della vendita.
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