L'intervista
sabato 6 Settembre, 2025
Proporzionale, Daldoss frena gli entusiasmi del Patt: «Parlarne ora è prematuro, aspettiamo la Consulta sul terzo mandato»
di Simone Casciano
Per il consigliere provinciale, fuoriuscito da Fratelli d'Italia, discuterne adesso è «inappropriato». Prima serve capire cosa deciderà la Corte Costituzionale

Proprio il suo voto, insieme a quello del collega Christian Girardi, aveva determinato l’approvazione del terzo mandato per il presidente della Provincia ora al vaglio della Corte costituzionale. Lo stesso voto per cui aveva lasciato Fratelli d’Italia, contraria alla modifica, rivendicando la libertà di scelta di un consigliere provinciale. Ora per onorare quel voto Carlo Daldoss predica pazienza rispetto alla proposta di modificare la legge elettorale avanzata dal Patt per passare al proporzionale. «Il dibattito va bene, ma ora mi sembra prematuro e inappropriato – osserva Daldoss – Insomma stiamo ancora aspettando che la Consulta si pronunci sul terzo mandato. Qualora fosse favorevole poi che si fa?».
Quindi Daldoss lei è contrario al proporzionale?
«No non ho dotte questo. La mia posizione è molto simile a quella dell’assessore Gottardi. Quindi in termini particolari dico: aspettiamo. C’è un pronunciamento della Corte costituzionale sul terzo mandato che arriverà nei prossimi mesi e non è scontato che sia negativa. Per questo dico che parlare ora di proporzionale mi sembra inappropriato. Però questo treno è partito e francamente non so a chi convenga. Poi in termini generali sul proporzionale dico che sicuramente garantisce maggiore rappresentatività e forse, ma è un forse, può riavvicinare le persone al voto, anche se credo che l’astensione sia dovuta ad altri problemi. Però penso anche un’altra cosa».
Quale?
«Che un proporzionale puro sarebbe impossibile, impraticabile. Va bene la rappresentatività, ma poi bisogna anche governare e sarebbe impossibile con una maggioranza composta da 7 o 9 gruppi politici diversi. Avrebbe sicuramente più senso un proporzionale con una soglia di sbarramento al 4%. In qualunque ipotesi di cambio è fondamentale coniugare rappresentatività e governabilità. Non è facile, ma indispensabile».
Siete la maggioranza del terzo mandato al presidente eletto con maggioritario. Non temete che puntare sul proporzionale possa essere vista come una giravolta?
«Credo che più in generale gli elettori siano poco interessati a questo dibattito, hanno la loro vita con i loro problemi e sono poco interessati a questo discorso. Certo è vero che in aprile abbiamo votato a favore del terzo mandato e per questo dico di aspettare. Perché se poi la Consulta dà l’ok al terzo mandato che facciamo con il proporzionale? Lo rimettiamo nel cassetto? Allora sì che gli elettori avrebbero ragione a essere critici».
L’opposizione dice che è tutto un gioco per salvare Fugatti.
«Dico due cose. La prima è che un terzo mandato sarebbe giusto, 15 anni sono un tempo congruo per un presidente di essere alla guida di una Provincia. Un terzo mandato permetterebbe a Fugatti di chiudere i dossier e i progetti iniziati e portati avanti e sarebbe in linea con l’Alto Adige. Poi leviamo le ipocrisie, certo che il centrodestra con Fugatti avrebbe più chance di vincere alle elezioni sarebbe favorito e quindi sì questi discorsi sono anche per quello, perché no? Ma anche la furia con cui l’opposizione prima ha contestato il terzo mandato e oggi il proporzionale è legata al fatto che senza Fugatti avrebbero la strada spianata, quindi qual è la differenza? Quindi smettiamola di fare gli ipocriti, la situazione è questa. Per me ora è prematuro parlare di proporzionale, ma rivendico il diritto della maggioranza di aprire un dibattito sulla legge elettorale».
Fugatti dice che la crescita della coalizione è al centro, è d’accordo?
«Certo e l’operazione fatta da me con Girardi, Gottardi e Masè va proprio in quella direzione. Il Trentino ha bisogno delle forze del buonsenso, i trentini lavorano, producono e non vogliono grandi stravolgimenti, ma una buona e sana amministrazione. Torno a De Gasperi quando diceva che “l’autonomia deve essere buona amministrazione e poca politica”. Il fatto che questa maggioranza sia più pragmatica e di centro e meno identitaria e di destra è una risposta ai bisogni del territorio e al ruolo di governo. Quando si amministra la Provincia non si fanno battaglie ideologiche».
Qualora Fugatti non potesse essere il candidato della coalizione chi dovrebbe esserlo?
«Io credo che sarà ancora lui, per chiudere un cerchio e perché è la persona giusta, ha dimostrato di essere un politico vero, un “buon democristiano” capace di togliersi la maglia del suo partito, la Lega, e lavorare per il bene e l’unità della coalizione. Qualora non fosse così ragioneremo, ma ora è prematuro».
Ma la coalizione è unita anche senza Fugatti?
«Il centrodestra sa bene che, con il maggioritario, si vince se si resta uniti. Certo nella coalizione a volte ci sono fibrillazioni e atteggiamenti sopra le righe. Sarebbe meglio se non ci fossero, ma sono cose che capitano. Il clima però è sereno».
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