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venerdì 24 Ottobre, 2025

Plateatici, limiti a 100 metri quadrati: il Comune di Trento stringe le regole per i dehors nel centro storico

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Nuove regole su superfici, distanze e strutture: il plateatico non potrà superare 100 mq nel centro storico, 120 alle Albere e 150 nel resto della città. Restano aperti i dibattiti su piccoli locali e altezza dei perimetrali

Il Comune di Trento fa un passo avanti sul nuovo regolamento per l’installazione di plateatici.
Dopo lo stop del lungo lavoro di confronto in Commissione, in giunta e anche con le associazioni di categoria, ieri l’assessora allo Sviluppo economico Monica Baggia ha illustrato in Commissione – seduta congiunta urbanistica e bilancio – l’intenzione di anticipare l’attuale proroga nazionale e approvare il proprio regolamento.

«L’intenzione — ha chiarito Baggia — non è ridurre le possibilità, ma solo rendere più ordinata la fruizione degli spazi esterni, che a volte vede conflitti con altri usi del suolo pubblico, specie in prossimità di monumenti nel centro storico».

L’obiettivo ora è concordare regole più semplici, in accordo con la Soprintendenza.
Sono stati diciassette gli incontri con le categorie per arrivare alla proposta in discussione.

Nel 2024 la Provincia ha recepito la proroga della deroga.
L’intento della giunta comunale è approvare il regolamento, che potrebbe essere applicato dagli esercenti su base volontaria e fungere da linee guida per chi volesse investire su nuovi arredi per esterni.

Nel frattempo, ha aggiunto Baggia, il problema dell’occupazione di alcune zone — come via Belenzani e via Verdi — è aumentato.
«Abbiamo preso spunto dalle best practice di altri Comuni e abbiamo una prima bozza di testo già condiviso su moltissimi aspetti con la Soprintendenza e con le categorie,» ha spiegato l’assessora.

Il centro storico resta soggetto al parere della Soprintendenza per i beni culturali, e in modo ancora più stringente il cosiddetto super-centro, ossia le vie che circondano piazza Duomo.
«Ma siccome non siamo Milano o Roma, anziché dare indicazioni generiche abbiamo deciso di guardare una a una le zone, perché quello che vale per piazza Battisti non vale per piazza Duomo,» ha aggiunto Baggia.

L’intenzione è di redigere i cosiddetti piani d’area, ovvero progetti specifici per le aree urbane di particolare pregio, uniformando e coordinando le tipologie di plateatici e determinando porzioni massime di suolo pubblico occupabile con un progetto unitario.
Gli esempi citati riguardano via Suffragio e via San Martino, considerate zone dalle caratteristiche peculiari.

«Rispetto a superfici e distanze massime — ha ripercorso l’assessora — siamo partiti già nel 2024 su Trento con una verifica più stringente della Soprintendenza, metro alla mano, riducendo le superfici per evitare eccessi.
Ad esempio, la differenza è già visibile in piazza Pasi, dove si è concordato di ridurre gli spazi per rendere nuovamente visibile la fontana».

Le dimensioni del plateatico dovranno essere compatibili con lo spazio circostante e con il rapporto complessivo tra installazioni e aree libere, e non potranno superare:

  • 100 metri quadrati nelle zone del centro storico e negli insediamenti storici dei sobborghi;

  • 120 metri quadrati nel quartiere delle Albere;

  • 150 metri quadrati nel restante territorio comunale.

Il plateatico dovrà inoltre essere circospetto entro un raggio massimo di 25 metri dal centro dell’ingresso del locale.

«Rimane aperto il confronto — ha proseguito Baggia — per gli esercizi con superficie inferiore a 50 metri quadrati.
L’orientamento è che il plateatico non possa superare il 50% della superficie interna; tuttavia su questo punto non siamo ancora riusciti a trovare una soluzione condivisa».

Da un lato, concedere ampi spazi esterni ai locali molto piccoli deve essere proporzionato alla dimensione di cucine, servizi e personale, per evitare che si trasformino in chioschi aperti solo all’esterno; dall’altro, vietarlo del tutto penalizzerebbe le attività più piccole, a vantaggio dei locali già più grandi.
«Il dibattito è aperto, ne stiamo ancora discutendo,» ha precisato l’assessora.

Altro nodo ancora da sciogliere riguarda i cosiddetti tamponamenti, cioè le strutture per delimitare o chiudere i dehors.
«Abbiamo trovato un accordo per consentire le fioriere solo sugli angoli, per evitare eccessivi ingombri come accade in via Verdi,» ha concluso Baggia.
«Invece, per i perimetrali — le strutture trasparenti che mantengono la vista e riparano i clienti — stiamo ancora discutendo sull’altezza massima consentita.»

La Soprintendenza propone un’altezza di 1,50 o 1,60 metri, mentre gli esercenti chiedono 1,80 metri.