Sanità

martedì 23 Settembre, 2025

Piano infermieri, l’Ordine risponde ai radiologi: «Misura giusta, non c’è nessuna invasione di campo»

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Scoppia il dibattito dopo la decisione della giunta provinciale di estendere la possibilità di prescrivere raggi nei pronto soccorso: «Parlare di concorrenza è distorcere la realtà»

«Nessuna invasione di campo». L’Ordine degli infermieri prende posizione e respinge le critiche avanzate dai radiologi in merito al progetto sperimentale approvato dalla giunta provinciale (Il T di sabato 2o settembre) che estende agli stessi infermieri la possibilità di prescrivere, nei pronto soccorso ed esclusivamente nei casi di traumatismi minori, gli esami radiologici per i pazienti.

 

«Decisone sbagliata presa senza il nostro coinvolgimento»

Una misura che l’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche del Trentino ha fortemente contestato arrivando a minacciare azioni legali: «Riteniamo gravissimo ricevere informazioni di un simile progetto solamente tramite la stampa — si leggeva nella nota firmata dalla presidente Barbara Cristofolini — La Provincia ha condiviso, previsto e definito il progetto solamente con l’Ordine degli infermieri e dei medici senza mai confrontarsi con codesto Ordine competente in materia di tecniche di radiologia medica, e a quanto pare, nemmeno con i medici specialisti in radiologia. Le prescrizioni di radiologia medica già ora presentano spesso un grave vizio di scarsa appropriatezza e giustificazione preliminare, cosa che prevede conseguenze negative per i pazienti che vengono esposti a radiazioni senza una giustificazione concreta che porti reali vantaggi clinici, in secondo luogo enormi costi per la sanità pubblica. L’assoluta scarsità di copertura degli organici di infermieri, inoltre, non è coerente con la scelta di aumentare le competenze e le funzioni degli stessi. Manca completamente il rispetto delle professioni sanitarie, non è la prima volta che nelle scelte strategiche sanitarie vengano coinvolti solamente medici e infermieri».

 

La risposta: «Parlare di concorrenza è distorcere la realtà»

Oggi, la risposta dell’Ordine degli infermieri: «Riteniamo necessario riportare il dibattito nella sua corretta cornice – scrive l’ente in un comunicato stampa – La prescrizione di esami radiologici resta e deve restare di esclusiva competenza medica, come previsto dalle norme vigenti. L’infermiere di triage, professionista sanitario altamente qualificato, valuta la persona, attribuisce il codice di priorità e può attivare percorsi clinico-assistenziali definiti da protocolli scientificamente validati e approvati. In questo contesto, l’infermiere può anticipare la richiesta di un esame radiologico come parte di un percorso codificato, sulla base di sintomi o condizioni specifiche rilevate, con l’obiettivo di rendere più rapido ed efficiente il successivo iter assistenziale». 

 

L’obiettivo dell’intervento provinciale, infatti, è quello di abbattere i tempi di attesa per i casi meno urgenti che accedono al pronto soccorso, che in oltre il 20% dei casi rimangono in ospedale anche otto o più ore: «Questa iniziativa è pienamente coerente con gli indirizzi del Ministero della Salute e con i percorsi nazionali “See and Treat” e “Fast Track”, già diffusi a livello europeo e in diverse Regioni italiane, dove hanno dimostrato sicurezza, qualità e appropriatezza delle cure – proseguono gli infermieri – Non esiste alcuna “invasione di campo”. L’infermiere agisce nel pieno rispetto delle norme, delle proprie competenze e del codice deontologico, con formazione certificata e strumenti di valutazione scientificamente validati. Parlare di illegittimità o concorrenza tra ruoli significa distorcere la realtà. L’aumento e la crescente complessità dei bisogni delle persone, unitamente all’evoluzione normativa e delle competenze delle professioni sanitarie, richiede a istituzioni, parti sociali e professionisti di assumere una postura responsabile, aperta e propositiva verso l’innovazione di modelli professionali e organizzativi. Con un principio guida ben chiaro: l’interesse del cittadino e della sua famiglia. Finché questo rimarrà il nostro “faro”, saremo in grado di proporre e contribuire a realizzare soluzioni giuste e sostenibili per il bene e la salute della comunità». 

 

Una posizione quindi favorevole alla decisione provinciale e in linea con quella del presidente dell’Ordine dei Medici trentino, Giovanni de Pretis, che in merito alla questione sul T di oggi, martedì 23 settembre, ha dichiarato: «In un ambito lavorativo sfaccettato come quello della sanità è naturale che ci siano anche posizioni opposte e situazioni di disaccordo. Credo però che il compito di tutti debba essere quello di concentrarci sul bene e la salute dei nostri assistiti: finché terremo questo aspetto al centro saremo in grado di trovare le soluzioni giuste. E, secondo me, è esattamente quello che stiamo facendo introducendo questa misura».