Italia
martedì 2 Settembre, 2025
Phica.eu, sentito l’amministratore Vittorio Vitiello. E c’è l’ipotesi estorsione
di Redazione
Il 45enne fiorentino, che ha operato sotto pseudonimi come «Boss Miao» era già stato sentito dalla Postale nel 2019

Scambio di informazioni, presso la Procura della Capitale, tra il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e gli agenti della Polizia Postale. Oggetto dell’incontro il caso dei siti sessisti, dove ci sarebbe stata una diffusione illegale di immagini private sulla rete internet. Le fotografie, condivise senza alcun consenso sul sito Phica.eu e nel gruppo Facebook “Mia moglie” sarebbero state accompagnate da commenti sessisti e offensivi.
Una prima informativa dettagliata da parte degli investigatori è attesa nei prossimi giorni e successivamente potrebbe essere formalizzata l’apertura di un’inchiesta con i primi indagati. I reati ipotizzati vanno dalla divulgazione non autorizzata di materiale a sfondo sessuale alla diffamazione, fino all’estorsione.
Nel mirino degli investigatori c’è Vittorio Vitiello, 45enne di Firenze, amministratore di una piccola azienda italiana nata nel 2023, identificato come il presunto gestore del portale. Pur non risultando al momento formalmente indagato, Vitiello avrebbe operato sotto pseudonimi come “Phica Master” e “Boss Miao”, gestendo i contenuti attraverso server localizzati in Russia e Cina. Già nel 2019 Vitiello era stato interrogato dalla Polizia Postale, fornendo agli agenti alcuni dati tecnici sul portale che amministrava. La Polizia ha individuato, all’interno del sito, una guida dettagliata su come scattare di nascosto fotografie a donne, utilizzando microcamere nascoste in spogliatoi o camerini.
La sindaca di Firenze, Sara Funaro, è stata tra le prime a denunciare l’accaduto: «Ringrazio le istituzioni per la tempestività. La mia denuncia non è stata solo personale, ma simbolica, per tutte le donne. Invito chiunque subisca simili abusi a non restare in silenzio», ha dichiarato. «Questi sono atti di violenza, anche se avvengono online. È importante riconoscerli come tali e reagire con fermezza». Dal fronte politico, la senatrice Dafne Musolino (Italia Viva) ha annunciato l’intenzione di sollecitare il Parlamento a intervenire sulla vicenda: «Abbiamo chiesto al presidente del Senato, Ignazio La Russa, di valutare l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Serve una normativa condivisa tra le forze politiche e un respiro internazionale sulla questione dell’identità digitale e dell’accesso alle piattaforme sociali». Anche la ministra Eugenia Roccella si è detta disponibile a collaborare per elaborare una proposta di legge che affronti il problema alla radice, rafforzando gli strumenti di contrasto alla violenza online. Sulla questione è intervenuto anche Gino Cecchettin, padre di Giulia, giovane vittima di femminicidio: «Serve educazione ai sentimenti. Viviamo in una cultura che oggettifica la donna. Il vero amore non è controllo né possesso. Bisogna imparare a distinguere tra affetto e dominio, tra amore e sessualità distorta», ha dichiarato, presentando la nuova campagna della Fondazione Cecchettin “Dire, Fare, Amare”, in collaborazione con Coop.