Il caso
martedì 9 Settembre, 2025
Pergine, corteo e protesta nel giorno del concerto del pianista pro-Putin. «Normalizza la propaganda»
di Johnny Gretter
Alexander Romanovsky si esibirà in serata. All'esterno del teatro si riunirà un presidio indetto dal partito «Drin Drin» del Trentino Alto-Adige, a cui hanno aderito anche le associazioni Eucraina e Razom

Questa sera Alexander Romanovsky, pianista accusato di sostenere l’invasione dell’Ucraina e di essere vicino alle posizioni di Putin, dovrà fare i conti con un doppio pubblico. Non si esibirà solo davanti alla platea del teatro di Pergine: fuori si riunirà anche un corteo indetto dal partito «Drin Drin» del Trentino Alto-Adige, a cui hanno aderito anche le associazioni Eucraina e Razom, per esprimere vicinanza al popolo ucraino e dire no all’arte usata come strumento di propaganda.
La protesta di Drin Drin
«Drin Drin» è un partito fondato da Michele Boldrin (economista e professore alla Washington University di San Luis) e da Alberto Forchielli (imprenditore e fondatore di Mindful Capital Partners) e ha tra i suoi punti cardine proprio il sostegno all’Ucraina. La manifestazione si terrà tra le 19 e le 22 davanti al teatro: oltre a esprimere dissenso, il partito e le associazioni daranno informazioni sull’invasione, proiettando delle video-testimonianze provenienti dal centro rifugiati «Buongiorno da Mariupol» di Dnipro, per cui è stata avviata una raccolta fondi sul sito di Eucraina.
«Contrastiamo così l’indifferenza morale di fronte ai massacri operati in quel Paese a partire dal 24 febbraio 2022 e che continuano tutt’ora – spiega proprio l’associazione Eucraina -. Richiamiamo in tal modo l’attenzione sulla drammatica situazione del popolo ucraino aggredito dalla Russia, chiedendo ad Alexander Romanovsky, agli organizzatori, al sindaco, agli spettatori e a tutti di schierarsi con i cittadini di Mariupol costretti a lasciare la loro città invasa da un paese straniero in spregio al diritto internazionale».
Un artista controverso
Come anticipato, Romanovsky (che è di origine ucraina e si esibirà in un recital pianistico durante il festival Innamorarsi della Musica) è stato accusato di sostenere la sanguinosa invasione di Putin in Ucraina dopo essersi esibito davanti al teatro in rovina di Mariupol.
Un concerto che era stato interpretato come un sostegno al regime proprio per la presenza delle telecamere di stato russe e del musicista Peter Lundstre, attivo sostenitore di Putin. Per questo, a Romanovsky era stato impedito di esibirsi in un evento pubblico a Bologna previsto per inizio agosto. Anche a Pergine è scoppiato un acceso dibattito: da un lato, il segretario locale del Pd Mirko Casagrande aveva chiesto di annullare l’evento e così anche associazioni come Eucraina e Aiutiamoli a Vivere (impegnate in iniziative di solidarietà in favore del popolo ucraino) si erano dichiarate contrarie a ospitarlo. Dall’altro lato, il sindaco Morelli aveva difeso la scelta degli organizzatori, sostenendo che musica e arte non vadano censurate. Della stessa opinione anche Andrea Fuoli, musicista e organizzatore del festival.
«Normalizza la propaganda»
Adesso, alle voci contrarie si è unita anche quella di Simone Magnolini, coordinatore regionale di Drin Drin. «Il Drin Drin Trentino-Alto Adige/SüdTirol ribadisce con fermezza la sua posizione di totale sostegno al popolo ucraino, vittima dell’aggressione russa che continua a seminare morte e devastazione – spiega Magnolini -. Concerti e iniziative come queste non sono semplicemente eventi artistici: facilitano e contribuiscono a una più ampia campagna di normalizzazione e propaganda che mira a legittimare l’invasione russa, danneggiando così l’opinione pubblica e la coscienza democratica». In questo caso, però, il partito non ha chiesto l’annullamento del concerto. «Pur senza chiedere la cancellazione di un evento aperto al pubblico e non organizzato da enti pubblici, si invita con forza la società civile a boicottare questo concerto – aggiunge il segretario -. Riteniamo infatti che se la musica e l’arte debbano rimanere libere da ogni forma di censura, la selezione degli artisti che vengono messi in scena è una scelta responsabilmente contestabile. L’arte è libera e gli artisti sono liberi, ma sono altresì responsabili dell’uso che fanno della propria posizione pubblica e del messaggio che veicolano».
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