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venerdì 19 Aprile, 2024

Per mesi chiusa in casa, assillata al telefono e costretta a rapporti sessuali: a processo l’ex fidanzato

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La giovane con fragilità è stata vittima di abusi minacce e molestie. Il suo aguzzino, un uomo di oltre 30 anni più vecchio, l’ha annichilita

È arrivata a temere per la propria incolumità, a vivere in uno stato di ansia e paura costanti tanto da chiudersi in casa per non essere trovata, uscendo solo se accompagnata da qualcuno: una giovane donna trentina ha vissuto per diversi mesi un incubo, intrappolata in una relazione tossica con un uomo più vecchio di lei di oltre trent’anni che l’ha assillata quotidianamente con telefonate e messaggi, seguendola a casa e quando usciva con gli amici, arrivando in più occasioni anche a costringerla a rapporti sessuali contro la sua volontà. Ieri al tribunale di Trento si è svolto il processo che vede un uomo imputato per violenza sessuale aggravata dalla giovane età della vittima e dalla sua profonda fragilità, oltre all’accusa di stalking e minaccia, quest’ultimo capo d’imputazione sia nei suoi confronti che in quelli di un amico della giovane donna vittima di una situazione terribile. La vicenda ha inizio nella primavera dello scorso anno, quando i due si incontrano e cominciano a frequentarsi. Nel corso del procedimento penale la procura di Trento ha ricostruito anche gli atteggiamenti dell’uomo che fin da subito si è mostrato possessivo e geloso, intimandole fra le altre cose di smettere di frequentare gli amici, insultandola pesantemente e arrivando anche a minacciare direttamente la cerchia di conoscenze e amicizie della giovane perché si allontanassero da lei. La prima violenza documentata durante il processo è avvenuta una sera nella quale lei aveva bevuto: lui ne ha approfittato per portarla nella sua abitazione dove ha abusato della giovane donna costringendola ad un rapporto completo e non protetto. Di nuovo, qualche mese dopo, questa volta con la scusa di accompagnarla a casa, le ha impedito di scendere dall’auto e ha abusato di lei causandole un attacco di panico che non l’ha comunque fermato nel suo intento. In questo periodo, mentre l’aggressività e la violenza dell’uomo crescevano, la ricostruzione effettuata dalla procura mostra anche il tentativo della ragazza di allontanarsi da lui, di tagliare i ponti con quell’uomo di cui aveva paura, bloccando il suo numero sul cellulare per evitare i messaggi, assillanti, che le mandava in continuazione – anche più di trenta in un giorno ha sottolineato l’accusa – oltre alle costanti telefonate per controllarne ogni movimento. I tentativi della giovane donna, con profonde fragilità, di allontanarlo, e di scappare via per lasciarsi alle spalle quel rapporto che la annichiliva e spaventava non hanno però dissuaso l’uomo dal continuare a molestarla e aggredirla. Le violenze e gli abusi si sono ripetuti, nonostante i dinieghi e le suppliche della giovane che ha cercato di opporsi all’aggressività dell’uomo, supplicandolo di lasciarla in pace e di uscire dalla sua vita. In un’occasione, dopo un rapporto non consenziente, le ha impedito di tornare a casa per abusarne nuovamente a distanza di poche ore. Nemmeno il tentativo del padre della giovane donna di allontanarlo con la minaccia di avvisare la polizia è servito a fermarlo. La ragazza ha anche chiamato le forze dell’ordine nel giugno dello scorso anno, quando dopo un litigio l’uomo l’ha seguita a casa e si è introdotto con la forza nella sua abitazione: la giovane si è dovuta rifugiare in bagno, terrorizzata, per riuscire ad avvisare le forze dell’ordine chiedendo aiuto con il telefono. L’aggressività e la violenza dell’uomo si sono riversate anche sull’ex fidanzato della ragazza: in uno degli episodi ricostruiti dalla procura l’imputato infatti, dopo aver già minacciato il giovane al telefono di «bruciarlo vivo», ha seguito i due mentre facevano un giro in montagna e li ha costretti a trovare rifugio in macchina dall sua furia, aggredendoli tirando calci e pugni all’auto. Non è bastato nemmeno che l’uomo se ne andasse all’estero durante il periodo estivo per liberare la giovane donna dall’incubo in cui era finita: lui ha infatti continuato a perseguitarla telefonicamente anche da lontano minacciandola, se non avesse prontamente risposto, di rientrare in Italia anzitempo. Ieri i giudici hanno rinviato il processo ad una nuova udienza, in estate, davanti alla proposta dei legali delle parti di trovare un accordo per un risarcimento economico che non è stato ancora quantificato.
Nel frattempo l’uomo è sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ragazza.