L'editoriale
martedì 30 Settembre, 2025
Paracetamolo: cosa dice la scienza
di Alessandro Quattrone*
Gli studi ci sono ed escludono il rischio. La scienza è autocorrettiva: personaggi come Donald Trump offrono verità facili ma screditano la ricerca

Ci risiamo. Dopo il rumore delle pale eoliche che causerebbe il cancro, la luce solare che ucciderebbe il coronavirus o le punture di disinfettante che ne fermerebbero l’infezione, dopo una serie imbarazzante di svarioni in altri ambiti scientifici come il cambiamento climatico, The Donald, l’uomo più potente del mondo, ha colpito ancora. Questa volta le vittime sono i bambini autistici e le loro famiglie, nonché tutti coloro i quali prestano ancora fede – negli Stati Uniti son legione – alle sue parole, magari pensando che qualcuno alla Casa Bianca le passi prima al vaglio della verifica sui fatti. L’affermazione è tratta da un suo discorso fatto il 22 settembre, in cui Trump parla dell’associazione fra l’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza e l’autismo, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, noto in inglese con la sigla ADHD.
Il presidente cita in merito un cattedratico di Harvard, il quale secondo lui ha affermato che c’è una relazione causale fra l’uso del farmaco in epoca prenatale e queste due patologie.
Cominciamo dalla fine, e poi chiariamo un punto importante.
La fine è questa: l’affermazione è falsa. Le madri di bambini autistici o con ADHD che si chiedono se hanno assunto paracetamolo durante la gravidanza stiano tranquille: le cause di queste due patologie sono complesse, e in larga misura vanno ricercate nel profilo genetico.
Perché non ho alcun dubbio in merito? Per la lettura di un imponente e rigoroso lavoro pubblicato nel 2024 da ricercatori svedesi, svolto su un campione di quasi due milioni e mezzo di bambini in cui la comparazione è stata fra fratelli esposti e non esposti al paracetamolo in gravidanza. La conclusione testuale è questa: «In uno studio condotto fra fratelli l’uso di paracetamolo in gravidanza non è risultato associato a un aumento del rischio di autismo, ADHD o disabilità intellettiva nei figli. Ciò suggerisce che le associazioni osservate in altri modelli siano verosimilmente riconducibili a distorsione da fattori familiari condivisi».
La qualità, la grande numerosità, il rigoroso trattamento statistico dello studio lo rendono definitivo: punto.
Ed eccoci adesso al punto: la scienza è – purtroppo, potremmo dire – l’unica attività umana autocorrettiva; molte osservazioni e molte conseguenti affermazioni fatte in passato non hanno retto a studi successivi, fatti con più cura, con strumenti più raffinati, con la conoscenza di molte altre cose a monte e a valle del fenomeno. Ma questa incertezza è nella carta d’identità della scienza: ogni enunciato scientifico per essere tale, diceva un grande filosofo viennese del secolo scorso, Karl Popper, deve essere confutabile.
Pensate che bella cosa. Pensate se autocorrettive fossero anche ad esempio la politica, e la religione: state certi che oggi vivremmo in un mondo migliore. Ma torniamo al nostro caso. Le associazioni fra l’ambiente, i comportamenti e le malattie sono tra le cose più difficili da stabilire con certezza, per ragioni che non possiamo approfondire adesso. E l’effetto è che una gran quantità di associazioni proposte in passato non sono state poi confermate, nonostante più ricercatori abbiano pubblicato studi che le proponevano per vere. Questi studi quasi sempre mancavano di un impianto rigoroso e di una componente essenziale, un adeguato potere statistico, il che spesso vuol dire che i numeri di persone coinvolte non erano sufficienti. Ciò è accaduto in passato anche per l’associazione paracetamolo e patologie del neurosviluppo; ovvero ci sono lavori scientifici che la propongono, ed è a questi che fa riferimento la conclusione dell’articolo svedese, chiamandoli «modelli» (modelli statistici). Semplicemente, questi studi sono stati poi smentiti da un approccio molto più credibile, e ciò, come nell’esempio in oggetto, ha chiuso il caso.
È molto importante, credo, che tutti capiscano, e accettino come una grande forza, la natura autocorrettiva della scienza. È grazie a questa natura che andiamo in automobile, in aereo, che siamo arrivati sulla luna, che usiamo i nostri smartphone, che ci curiamo e che possiamo contrastare efficacemente le grandi minacce a cui l’umanità e la Terra in cui viviamo sono esposte. Fra queste minacce vi sono i politici come Donald Trump, quelli che ci offrono verità facili ma false per loro convenienza, e che hanno in spregio la scienza. Sono sempre più numerosi, sempre più capaci di truccare il mondo mettendolo nei loro semplici schemi illusori, per raccogliere consenso. Purtroppo il mondo è complesso, e le opinioni non riescono a descriverlo abbastanza da capirlo.
Per il bene dei nostri figli riconosciamo questi falsi profeti, e rendiamoli incapaci di esercitare la loro nefasta influenza.
*Professore ordinario
di Patologia generale
all’Università di Trento
l'editoriale
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