Grandi carnivori
mercoledì 10 Settembre, 2025
Orsi e lupi, il sindaco di Pieve Tesino e il Procurador di Fassa al tavolo grandi carnivori. «Allevatori esasperati»
di Simone Casciano
Oscar Nervo e Edoardo Felicetti sono stati indicati dal Cal per sedere nel tavolo istituito dalla Provincia

Portare la voce dei territori sul tema dei grandi carnivori e, nel caso del Trentino orientale, sul tema dei lupi. Questo il compito che si sono assunti Oscar Nervo, sindaco di Pieve Tesino, e Edoardo Felicetti, Procurador General de Fascia, indicati dal Cal per sedere nel tavolo grandi carnivori istituito dalla Provincia. Parteciperanno quando il confronto tratterà i lupi e non l’orso che invece nelle valli a est dell’Adige è assente. Ma se il plantigrado nel Trentino orientale non si fa vedere i lupi ci sono eccome, più della metà dei 27 branchi che popolano il Trentino. Una crescita partita dalla Lessinia, sviluppatasi nel corso degli ultimi 10 anni, che se mal governata può portare a problemi di coesistenza con l’animale.
«Allevatori esposti»
«In Tesino quest’anno non ci sono state segnalazioni, l’anno scorso invece sì», spiega Oscar Nervo. «In Valsugana invece ci sono allevatori che qualche predazione l’hanno avuta, la sensazione è che si siano avvicinati ai paesi nel tempo. E questo fa aumentare la preoccupazione». Il tema è arrivato anche sui tavoli istituzionali dopo che il Tar ha respinto il ricorso degli animalisti contro l’abbattimento di due lupi in Lessinia: «Lo leggiamo come un segnale positivo – sottolinea Nervo – Ora però con la Provincia vanno chiariti tutti gli aspetti operativi della gestione faunistica. Come sindaci della Valsugana abbiamo chiesto un incontro perché vogliamo dare risposte a chi è preoccupato. È vero che qui non abbiamo grandi allevatori, ma anche i piccoli hanno bisogno di risposte: se ad uno sbranano anche solo l’asinello, poi c’è paura a uscire».
La questione non riguarda solo l’allevamento, ma la tenuta del territorio: «L’abbandono dei pascoli porta a perdita di cura del territorio – avverte Nervo – I piccoli allevatori sono ancora più esposti, hanno meno reti, recinti, cani da guardiania. Oggi però la Provincia non fa differenze: se non hai strumenti di prevenzione l’indennizzo diventa problematico». La preoccupazione è anche sociale: «Ci chiediamo se sia sicuro uscire la sera con il cane, anche in paese. È successo a Samone, Spera, Borgo: i lupi si avvicinano, e questo spaventa». Il sindaco richiama l’attenzione anche sul foraggiamento artificiale: «Se avvicini gli ungulati, ti porti dietro i lupi. Andrebbero allontanati se vogliamo tenerli lontani dai centri abitati. Portare saline e foraggiamento significa attirare anche i predatori. È un tema che richiede attenzione della Provincia».
«Cambiamo le abitudini»
Da Fiemme e Fassa si unisce all’appello anche Felicetti. «Chi lavora nell’allevamento dalle nostre parti è allarmato, soprattutto in estate quando si porta il bestiame al pascolo. È vero che si cercano di usare tutti i mezzi possibili – recinzioni, cani, dissuasori – ma basta che qualcosa vada storto e subito scatta la predazione». Le conseguenze, avverte Felicetti, non sono solo economiche: «Ci sono allevatori che valutano di rinunciare al pascolo e di tenere gli animali in stalla o in bassa montagna: significherebbe meno cura per i territori d’alta quota».
Da qui la richiesta di intervento: «Alla Provincia chiediamo di monitorare bene la presenza dei lupi e di intervenire qualora gli esemplari fossero troppo numerosi. In particolare, serve agire sugli esemplari confidenti che si avvicinano ai paesi». Il sindaco richiama inoltre la responsabilità dei cittadini: «Non bisogna rendere confidenti gli animali. C’è ancora l’abitudine di lasciare il cibo fuori casa, pratica che va interrotta. Come amministrazioni dobbiamo essere attenti a tenere puliti i territori e scongiurare accumuli di rifiuti».
Sul fronte del foraggiamento artificiale, Felicetti si allinea alle preoccupazioni di Nervo: «La presenza dei carnivori implica cambiare abitudini e pratiche che fino a ieri erano normali. Se i punti di foraggiamento si dimostreranno problematici, si dovrà modificare questa consuetudine, valutando insieme agli esperti come comportarsi».
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