Il delitto
martedì 10 Giugno, 2025
Omicidio Iob, la difesa di Dallago (condannato in Cassazione) non si dà per vinta: «È come Garlasco, riapriremo il caso»
di Benedetta Centin
Parla l'avvocata Angela Domenichelli: «Tralasciate altre ipotesi investigative e possibili piste come il delitto passionale»

«Le sentenze vanno rispettate ma noi proseguiremo nella ricerca della verità: il mio assistito David Dallago, dal carcere, continua a professarsi innocente. Il processo a suo carico è stato solo indiziario, come è stato quello di Garlasco: la prova regina non c’è e io ho sempre sollevato molti dubbi. Noi comunque, ribadisco, non ci diamo per vinti: qualsiasi elemento dovesse emergere faremo riaprire l’inchiesta». Così l’avvocata Angela Domenichelli, il giorno dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso rendendo così definitiva la condanna all’ergastolo, al massimo della pena, a carico di David Dallago, il boscaiolo di 39 anni di Mollaro di Predaia già riconosciuto nei primi due gradi di giudizio colpevole di aver ucciso il custode forestale Fausto Iob, ripescato senza vita nel lago di Santa Giustina il 5 giugno 2022. Colpevole, quindi, di omicidio pluriaggravato oltre che di furto di legname. Di aver aggredito, con «almeno 18 colpi» inferti alla nuca con un’arma contundente, forse un martello (mai trovato), il custode forestale dell’orso nel santuario di San Romedio, che lo aveva sorpreso a rubare legname di proprietà del Comune di Sanzeno.
Dallago avrebbe gettato il 59enne agonizzante nel lago della Val di Non, dove è morto annegato. Al boscaiolo era stata riconosciuta l’aggravante dei futili motivi e dell’aver agito contro un pubblico ufficiale. Sette i gravi indizi di colpevolezza a suo carico: il movente; la presenza sul luogo del delitto, nel cantiere 21 con Iob, la mattina del 3 giugno 2022; la prestanza e l’idoneità fisica all’azione; il telefono cellulare bagnato, che sarebbe finito nel lago; ancora la traccia mista di sangue (anche con il dna di Iob) trovata nella sua auto, vettura, questa, che si è preoccupato di pulire. E poi le presunte bugie dette, la mancata presentazione dell’imputato il 4 giugno 2022 in cantiere, il giorno dopo la morte di Iob.
Un impianto accusatorio che l’avvocata Domenichelli ha cercato di demolire nel corso dei tre processi, lamentando tra l’altro «la totale mancanza di investigazioni alternative, di un altro possibile movente come quello passionale», insistendo sull’«assenza di tracce certe che possano portare alla colpevolezza di Dallago», chiedendo anche in primo grado di poter effettuare un esperimento giudiziale, una sorta di simulazione del delitto nei luoghi in cui è avvenuto. Istanza, questa, allora rigettata. «Le indagini sono state unidirezionali, c’è stata l’assenza di accertamenti, le dinamiche sono nebulose e manca la prova regina – ha insistito, ieri, Domenichelli – A mio dire è una vicenda con aspetti poco chiari, in cui i dubbi rimangono. Un po’ di amaro c’è anche per il rigetto del ricorso da parte della Cassazione ma io ho fatto il possibile e come detto non smetteremo di cercare la verità. In carcere rimane una persona che si è sempre professata innocente. Dallago non ha fatto particolari commenti quando gli ho comunicato l’esito della decisione dei giudici di Roma: è una persona forte ed era stata valutata, certo, anche la possibilità che gli ermellini potessero non accogliere il ricorso. Lo andrò comunque a trovare nei prossimi giorni in carcere a Trento».
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