medioriente
venerdì 20 Giugno, 2025
Nuovi raid in Iran: ucciso scienziato nucleare. Teheran accusa: «Finora tre ospedali colpiti da Israele»
di Ali Bukhari
L'Italia ha messo a disposizione voli per i cittadini italiani residenti attualmente Iran (400 circa) e Israele (20 mila circa) dall’aeroporto di Amman

Dall’inizio del conflitto si contano 650 morti e 1400 feriti confermati dalle istituzioni dell’Iran, la maggioranza civili. Sin’ora i bombardamenti hanno riguardato ben 21 province su 31, secondo i dati riportati dall’Ong Human Rights Activists News Agency. Ultimi obiettivi strategici rilevanti sono stati: ieri il reattore nucleare di Arak e oggi oltre 35 infrastrutture per lo stoccaggio e il lancio di missili a Tabriz e Kermanshah, nell’ovest del Paese, con l’impiego di più di 25 aerei da dell’aeronautica militare israeliana. Circa 11 membri delle Guardie Rivoluzionarie sono stati uccisi questa mattina negli attacchi israeliani contro una base militare a Bostanabad, nella provincia nord-occidentale dell’Azerbaigian Orientale e secondo quanto riportato dal Times of Israel, un attacco israeliano con drone avrebbe preso di mira uno scienziato nucleare iraniano a Teheran.
La Repubblica Islamica ha risposto colpendo Tel Aviv, Holon e Ramat Gan e la zona residenziale di Beersheba, nel sud di Israele causando 54 feriti di cui 46 lievi, informa il Ministero della Salute israeliano. L’Iran accusa: «Finora tre ospedali colpiti da Israele».
«Qualsiasi ulteriore intervento militare potrebbe avere conseguenze drammatiche, non solo per le parti interessate, ma per l’intera regione», è intervenuto Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo un’immediata de-escalation, condizione necessaria per parlare di un potenziale cessate il fuoco. Guterres prosegue e insiste su come la diplomazia rimanga «il modo migliore, e unico, per affrontare le preoccupazioni sul programma nucleare iraniano». Sulla questione si esprimono anche i presidenti russo Vladimir Putin e cinese Xi Jinping che, dopo aver esplicitamente condannato i bombardamenti di israeliani, ripetono che la miglior via sia comunque quella di un negoziato. Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov spiega come le azioni di Israele violino la Carta delle Nazioni Unite e numerose norme di diritto internazionale, aggiungendo poi che «Mosca e Pechino partono fondamentalmente dal presupposto che la situazione attuale e quella delle questioni relative al programma nucleare non può essere raggiunta con la forza». Ha voluto poi invitare alla prudenza Washington anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, poiché un eventuale intervento militare diretto «sarebbe un passo estremamente pericoloso con conseguenze negative davvero imprevedibili». Lo staff presidenziale iraniano ha minacciato Trump, che ha ancora da “scontare la pena” per aver ucciso Qasem Soleimani, comandante della Forza Qods e celebrità per i conservatori del Paese, assassinato all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020 su ordine dello stesso Trump mentre vi si trovava in missione diplomatica.
I vertici statunitensi sembrano però seguire una linea diversa, quella del generale Michael Erik Kulla, detto il “Gorilla”, capo dello US Central Command per le operazioni in Medio Oriente, il quale non intende assolutamente adottare un approccio moderato alla situazione, convincendo il capo del Pentagono, Pete Hegseth, a preparare la risposta militare più forte possibile contro l’Iran, ottenendo persino portaerei da dirottare nella regione. «Donald Trump deciderà sull’Iran nelle prossime due settimane», ha comunicato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. Netanyahu condivide come «la partnership con il presidente Trump, con cui parlo quasi ogni giorno, è incredibile. Ha dato loro una possibilità attraverso i negoziati. Li hanno presi in giro. Non si prende in giro Donald Trump» aggiungendo che «gli USA stanno già dando un grande contributo partecipando alla protezione dei cieli sopra Israele e il loro presidente è un leader mondiale straordinario, un amico straordinario di Israele e del popolo ebraico»
Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, è intervenuto spiegando alla Cnn che i risultati ottenuti dalla loro agenzia «non possono servire come base per alcuna azione militare» e che dunque «l’azione militare e’ una decisione politica che non ha nulla a che fare con ciò che stiamo dicendo» poiché l’Aiea non ha trovato alcuna indicazione del “programma sistematico dell’Iran per produrre armi nucleari”.
Il ministro degli Esteri Tajani intanto informa la messa a disposizione di voli charter a pagamento a favore dei cittadini italiani residenti attualmente Iran (400 circa) e Israele (20 mila circa) dall’aeroporto di Amman, capitale del vicino paese arabo di Giordania.
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