Caro vita
venerdì 1 Agosto, 2025
Non si salva nemmeno il gelato: a Trento un cono piccolo costa 4 euro
di Gabriele Stanga
Viaggio tra le gelaterie del centro. I turisti tedeschi: «In Germania costa la metà»

Da nocciola e pistacchio o fragola e limone a una moltitudine di gusti diversi: cioccolato ruby, basilico, wasabi, tè verde, qualcuno azzarda addirittura il gusto carbonara, che sembra però riservato ai più temerari. Negli ultimi anni anche il gelato è stato investito dalla gourmetizzazione del cibo. Se l’offerta è diventa sempre più ricercata però, a colpire di più è l’aumento dei prezzi.
Ad inizio 2000 un cono piccolo con uno o due gusti, costava in media tra gli 80 centesimi e l’euro, con qualche picco intorno all’euro e cinquanta, nel 2010 si era arrivati a toccare i 2 euro e tra 2015 e 2020 faceva scalpore leggere cifre tra i 2,50 e i 3 euro. Oggi nel centro di Trento, salvo qualche eccezione, il prezzo medio è di 3,50 euro e a volte sfiora anche i 4. Nel contempo un po’ per il rincaro e un po’ per l’estate incerta è calata anche la clientela. Ai tavolini delle botteghe più rinomate si incontrano soprattutto stranieri dal Nord Europa, mentre gli italiani sembrano più restii a concedersi sfizi.Uno degli ultimi arrivi in città è Cremglassè, sbarcato a Trento nel maggio del 2024.
Qui troviamo due studentesse tedesche, Antonia e Ranja: «Siamo qui in vacanza dalla Germania per una settimana – raccontano – Il gelato qui è molto più buono, però forse è un po’ caro. Abbiamo pagato 3 euro e 80 (è il prezzo per un cono con 4 gusti in questo caso ndr), in Germania un cono costa la metà, diciamo 1 euro e 80, massimo 2 euro».Dalla Germania vengono anche John e Karina incontrati da Grom insieme a tutta la famiglia: «Veniamo in Italia da un po’ di anni e in effetti il prezzo è un po’ aumentato. Ma credo vada bene perché con l’inflazione attuale si è alzato un po’ il costo di tutto – dice John – in Germania però abbiamo tante gelaterie italiane, ormai e il gusto è più o meno lo stesso ma i prezzi sono più contenuti».
«Nei primi 2000 ricordo che un cono con due gusti costava sugli 80 centesimi, forse un euro», concorda Karina.Ci si sposta poi in via Oss Mazzurana, da Pingu, dove seduta a un tavolo troviamo Tatjana: «Io sono di Trento e vengo qui da tanti anni, siamo affezionati al negozio – spiega – i prezzi sono rimasti bassi, intorno ai 2 euro rispetto al resto della città me è vero che in generale sono un po’ cresciuti. Qui almeno si paga la qualità».Sempre da Pingu si sono fermati i turisti Robert e Judith, dai Paesi Bassi con due bambini al seguito: «In Olanda il prezzo è simile, intorno ai 2 euro. In Italia, chiaramente ha tutto un altro sapore e c’è più varietà», commentano. A pochi metri distanza da Pingu c’è Cherry, dove un cono piccolo (da un solo gusto) si mantiene sui 2 euro, qui ad accogliere i clienti c’è il sorriso di Imen: «Noi abbiamo aperto il 13 giugno – spiega – Le vendite quest’anno hanno avuto qualche difficoltà, per via del tempo un po’ ballerino ma adesso ci stiamo riprendendo, soprattutto verso sera e dopo pranzo comincia a venire più gente, soprattutto turisti».E a chiudere il cerchio dei buongustai ci sono Maria ed Anna dalla Finlandia, fermatesi alla gelateria La Romana: «Da noi ad Helsinki i prezzi sono oltre i 5 euro, quindi qui costa molto meno, siete fortunati – osservano – stavamo notando che il pistacchio è completamente diverso, da noi è più dolce e sintetico, questo è molto più buono».
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