L'intervista
domenica 15 Giugno, 2025
Valduga: «Non c’è solo Fugatti tra la gente. E non basta girare la polenta, bisogna anche governare»
di Donatello Baldo
Il leader della minoranza risponde alle accuse del governatore: «Anche noi alle sagre, ma la giunta deve dare risposte. Basta con la narrazione che noi non siamo sui territori»

A Francesco Valduga, capogruppo di Campobase e leader della minoranza di centrosinistra, non va giù il tono usato dal governatore Maurizio Fugatti nell’intervista rilasciata al T e pubblicata venerdì 13 giugno 2025. Un tono che definisce «sprezzante».
Addirittura.
«Sembra che solo lui sappia stare in mezzo alla gente. Ma noi in mezzo alla gente ci siamo e ci siamo sempre stati, per attitudine, per attività professionale e amministrativa. Basta con questa narrazione».
Fugatti dice che lui il fine settimana va alle feste dei pompieri, della Proloco, mentre quelli di centrosinistra stanno in giardino.
«Io nemmeno ce l’ho un giardino. Ma vorrei ricordare che non governi un territorio andando alle sagre a girar la polenta, che poi nemmeno la gira per davvero, ma fa finta solo per la foto da pubblicare sui social. Per governare un territorio è importante quello che fai tra una domenica e l’altra, nei giorni in mezzo, quando prendi decisioni, quando approfondisci i temi, quando dai risposte concrete ai bisogni delle comunità. A girar polenta non governi il Trentino».
Fugatti voleva sottolineare che la sinistra ha qualche difficoltà con il suo popolo, visto anche l’esito dei referendum.
«Rispondo subito nel merito, ma torno a dire che se vai in giro tra la gente solo per acquisire consenso, solo per garantirti la poltrona alle prossime elezioni, magari riesci a riottenerla ma non stai facendo un servizio alla comunità. Lo stai facendo per te stesso, per la tua ambizione. Detto questo, parliamo anche del risultato del referendum».
Come analizza, dunque, questo voto?
«C’era consapevolezza che i quesiti sul lavoro erano difficili, e posso anche ammettere che quella referendaria non si è dimostrata la strategia giusta per intervenire su questi temi. C’è poi il quesito sulla cittadinanza: capisco che debba essere trattato in modo da non spaventare, da non allarmare, ma sono convinto della necessità di intervenire sui diritti di cittadinanza delle persone straniere. Per una questione di civiltà e di opportunità. Sono le stesse categorie economiche che chiedono alla politica di intervenire su questi aspetti. Non si può chiedere solo forza lavoro straniera senza riconoscere diritti».
Fugatti, per l’esito del voto, si è detto soddisfatto: una conferma della bontà delle politiche di centrodestra.
«Quali politiche? Cosa sta facendo sui temi del lavoro? Sui temi dei salari? Sul tema della sicurezza? Anche a livello locale abbiamo chiesto impegni concreti in più occasioni. Nessuna risposta. Ma non è che se non passa un referendum scompaiono i temi che sono stati posti. Qui si arriva a far finta che il tema non esista. Anche questo è un atteggiamento sprezzante».
È proprio arrabbiato, consigliere.
«Più che altro sono stufo di questa narrazione, che basta raccontare che si fa qualcosa che sembra che quel qualcosa sia già stato fatto. Le persone prima o poi si accorgono che per far na bona polenta no basta misiar per finta, soltanto per farsi un selfie. Noi anche oggi (ieri per chi legge, ed è riportato nell’articolo sotto) abbiamo chiesto impegni precisi sulla sanità. Facendo anche proposte».
Avete chiesto di convocare gli Stati generali della Sanità, appunto.
«Da fare subito, non a ridosso delle elezioni per trasformarli in campagna elettorale. Perché tra un’elezione e l’altra bisognerebbe lavorare, non continuare la propaganda. E perché le proposte concrete servono subito. Noi abbiamo suggerito di puntare sui contratti del comparto Salute, da fare a livello locale senza aspettare l’accordo nazionale. Si può fare, con la nostra Autonomia possiamo farlo. Facciamolo».
Tornando alle sagre… Per spezzare una lancia in favore delle feste di popolo… Anche Bruno Kessler le amava, ci andava a giocare a morra.
«Ma nessuno può ridurre Kessler a un giocatore di morra. Lo si ricorda per le sue intuizioni, per la qualità della sua amministrazione, per il suo pensiero, per la sua azione. E poi, vorrei dire che a me piace la polenta e mi piacciono pure le sagre, che frequento anch’io. Dopo aver lavorato per il bene del Trentino, nell’esercizio del nostro mandato di amministratori, possiamo anche andare alla sagra a mangiare polenta. E farci pure la foto. Ma dopo, non prima. O non solo».
Fugatti, nella sua intervista di ieri a questo giornale, ha evidenziato anche la divisione nel centrosinistra sui referendum.
«Davvero dobbiamo parlare delle divisioni interne? Le loro sono macroscopiche. Quella sul terzo mandato è ancora aperta».
E a proposito di terzo mandato e referendum, quello che avete proposto voi per non confermare la legge varata dal Consiglio provinciale pochi mesi fa, Fugatti dice che lo personalizzerete contro di lui.
«Lui che personalizza dice che noi personalizziamo. È paradossale. Noi ne facciamo una questione di principio, crediamo che in un sistema elettorale con elezione diretta del governatore debbano esserci pesi e contrappesi, tra cui un limite ai mandati, in coerenza con quello che sostiene anche la nostra Carta costituzionale. Ma è davvero singolare essere accusati di personalizzazione da chi si è fatto un provvedimento per se stesso. Lo hanno capito tutti, anche nelle valli, che la legge sul terzo mandato è per lui, per garantirsi una tranquillità personale, una prospettiva politica sicura».
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