Sanità

venerdì 12 Dicembre, 2025

Nell’ambulatorio con 1.500 pazienti e 200 ricette al giorno: «Le persone cercano il medico anche per essere ascoltate»

di

Il medico Valerio Di Giannantonio racconta la sua routine: «Oltre la metà dei dottori ha pazienti oltre il limite. L'IA potrà aiutare»

Lo studio del medico di base è un luogo familiare e quotidiano, ma allo stesso tempo rappresenta un punto fondamentale per la salute di una comunità. Il dottor Valerio Di Giannantonio, medico di medicina generale con studio in via Orti a Trento e segretario provinciale della Fimmg, descrive l’attuale situazione degli ambulatori e mette in luce un problema sempre più evidente: la diminuzione dei medici di base.

In Trentino ne mancano 54, con carenze più significative nelle aree di Trento (–10 medici), Alta Valsugana (–8) e Alto Garda (–7). «Nel 2025 ci sono stati circa 15 pensionamenti, mentre nel 2026 se ne stimano almeno 20 – spiega Di Giannantonio –. La mancanza di ricambio generazionale deriva da una programmazione inadeguata, e oggi vediamo le conseguenze. Questa professione è sempre meno attrattiva per i giovani».
Il medico racconta anche il carico di lavoro crescente: «Ho 1.511 pazienti, oltre il limite massimo di 1.500; 51 hanno più di 60 anni e 612 presentano fragilità».


Un mestiere sempre più fragile

I pensionamenti aumentano e molti giovani professionisti scelgono altre specializzazioni: così la figura del medico di famiglia, centrale per la sanità territoriale, rischia di diventare sempre più fragile. «In Trentino si sta cercando di valorizzare questa attività – continua Di Giannantonio – sia sul piano professionale che economico. Tuttavia, la generazione Z chiede maggiore flessibilità. Servirebbe assegnare obiettivi di cura e un numero di ore garantite, dando ai medici più autonomia organizzativa. Questo renderebbe la professione più attrattiva».
Secondo il medico, anche la formazione dovrebbe includere competenze gestionali oltre a quelle cliniche.


Ambulatori sotto pressione

Gli ambulatori rimasti operativi seguono numeri di pazienti molto superiori al sostenibile, mettendo sotto pressione sia i medici sia le figure di supporto, come infermieri e segreterie.

La segreteria diventa il primo punto di contatto. Alessandro, collaboratore dello studio, gestisce telefonate, ricette e prenotazioni: «C’è sempre molto lavoro – racconta –. Nelle mattinate più intense arriviamo a 180/200 ricette, da suddividere tra tre medici. Le richieste più frequenti riguardano farmaci e certificati di malattia; il lunedì è la giornata con più chiamate».

Anche l’infermiera Serena Pedrolli, da un anno nello studio, svolge un ruolo fondamentale nella gestione del flusso dei pazienti: prepara strumenti, gestisce farmaci, effettua medicazioni e funge da collegamento diretto con il medico. «L’infermeria aiuta a sfoltire le liste d’attesa – spiega –. Qui eseguiamo medicazioni, prestazioni di primo soccorso e assistenza ai pazienti fragili. Siamo molto attivi anche nella campagna vaccinale: nel 2025 abbiamo già somministrato 826 vaccini antinfluenzali e 321 vaccini Covid».


Nuovi professionisti cercansi

Molti pazienti cercano una risposta clinica, ma altrettanti cercano rassicurazione e ascolto. La cura territoriale, nello studio del dottor Di Giannantonio, si costruisce ogni giorno, tra visite, controlli e assistenza ai più fragili. «Garantire cure adeguate diventa difficile se il numero di assistiti per medico è troppo alto – commenta –. In Italia la media è di 1.374 assistiti; in Trentino 1.415. Oltre il 51% dei medici di medicina generale ha più di 1.500 pazienti».

Di Giannantonio guarda con speranza ai prossimi anni: «Speriamo di colmare la carenza di medici nel 2026, anche grazie al nuovo bando provinciale. La digitalizzazione potrà aiutare i nuovi professionisti: nel 2026 saranno potenziati i sistemi di intelligenza artificiale a supporto dell’assistenza primaria e gli strumenti diagnostici di primo livello, come spirometri, ecografi avanzati e refrattometri. Tecnologie che daranno un grande aiuto al futuro della medicina generale».