L'intervista
martedì 22 Agosto, 2023
Nasim Eshqi, la climber paladina dei diritti umani: «Iran, la rivoluzione è inarrestabile»
di Elisa Salvi
Il 21 agosto è arrivata a Pozza per raccontare, nell’incontro «Montagna, libertà, diritti», la sua storia e la condizione oppressiva vissuta delle donne in Iran sotto il regime degli Ayatollah
È arrivata il 21 agosto a Pozza per raccontare, nell’incontro «Montagna, libertà, diritti», la sua storia e la condizione oppressiva vissuta delle donne in Iran sotto il regime degli Ayatollah, Nasim Eshqi, la climber paladina dei diritti umani. Nasim, che ha lasciato da tempo il suo Paese, dopo aver praticato kickboxing (altro sport non considerato femminile in Iran) ha iniziato a scalare nel 2005, quando aveva 23 anni, e da allora non si è più fermata: per la scalatrice iraniana l’arrampicata in free climbing è diventata simbolo di libertà. Una scelta coraggiosa narrata nel documentario «Climbing Iran», girato da Francesca Borghetti e presentato nel 2019 al Trento Film Festival, che l’ha fatta conoscere al grande pubblico e l’ha resa una esule (se tornasse a casa rischierebbe la vita). Le sue foto, con i capelli al vento e lo smalto rosa sulle unghie per evidenziare la femminilità, hanno «alzato il velo» sulle difficoltà di praticare sport e qualsiasi altra attività – dallo studio, al lavoro, all’espressione delle proprie idee – per le donne nella Repubblica islamica. Nasim è una scalatrice fortissima, l’unica in Iran che ha fatto dell’arrampicata non solo una passione ma anche una professione, che insegna. Ha aperto decine di vie in alta montagna nel suo Paese, ma anche in Oman, Emirati, Georgia, Armenia, India, Turchia, Italia e Francia.
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