Val Rendena

mercoledì 17 Settembre, 2025

Morte di Matilda Ferrari, il camionista (indagato per omicidio stradale) che l’ha investita: «Non l’ho vista, è sbucata dal nulla»

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Verifiche sulla velocità del mezzo che ha frenato all’ultimo. Al 54enne di Pinzolo è stata ritirata la patente

«Quella ragazzina proprio non l’avevo vista: è sbucata sulla strada all’improvviso, ha attraversato di corsa e anche se ho frenato non sono riuscito ad evitarla con il camion. Non riesco proprio a darmi pace per quanto successo. Sono distrutto». È apparso fin da subito molto scosso il conducente del camion betoniera che lunedì mattina dopo le 7 ha travolto e ucciso la 15enne Matilda Ferrari lungo la statale 239, nel tratto che attraversa l’abitato di Giustino, in fondo alla discesa che la giovane promessa del pattinaggio artistico su ghiaccio aveva appena percorso. Poche centinaia di metri appena da casa.
Il camionista, un 54enne di Pinzolo, padre di famiglia e dipendente di un’azienda di Strembo, quando è riuscito a frenare la corsa di quel bisonte carico di cemento, 40 tonnellate di peso solo il mezzo, sceso dalla cabina, ha avuto un mancamento di fronte all’agghiacciante scena dell’adolescente finita sotto le ruote anteriori lato passeggero, trascinata per alcuni metri. Ma non ha voluto essere trasferito in ospedale. No. Il conducente si è portato alla caserma dei carabinieri, sconvolto, visibilmente provato, determinato a non sottrarsi alle conseguenze che lo attendevano. Inevitabile infatti il ritiro della patente di guida e l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Trento e l’iscrizione del 54enne sul registro degli indagati per omicidio stradale. «Non ho potuto evitare quella ragazzina — così il camionista, afflitto, ha spiegato a chi lo conosce — Io avevo il semaforo verde e da un momento all’altro si è buttata sulla strada di corsa per passare dalla parte opposta, per raggiungere l’autobus che era già arrivato alla fermata».

 

Gli accertamenti sul mezzo
Gli inquirenti in queste ore stanno lavorando a ritmo serrato per ricostruire, sequenza dopo sequenza, la tragedia, per darvi un senso, per appurare dinamiche e responsabilità, per capire se la morte della talentuosa pattinatrice poteva essere evitata. A quanto pare c’è più di un testimone che ha assistito al maledetto incidente, mentre la 15enne avrebbe accelerato il passo per attraversare la strada in prossimità delle strisce pedonali, sguardo dritto verso l’autobus già alla fermata, con subito dopo altre due ragazzine, anche loro di fretta per non perdere la corsa che le avrebbe portate a scuola. Le testimonianze sarebbero già agli atti ma, a quanto sembra, gli inquirenti non potranno contare su eventuali registrazioni video: in quel tratto non ci sarebbero infatti telecamere.

 

Velocità da estrapolare
Verifiche sono già state svolte l’altra mattina sul camion betoniera, sottoposto a fermo amministrativo, e su eventuali, possibili contravvenzioni da contestare. Nell’ambito delle indagini coordinate dal pm Alessandro Clemente sarà importante capire a quale velocità procedesse lunedì mattina — lungo quella strada avrebbe dovuto rispettare i 40 chilometri all’ora quale mezzo d’opera— ma per avere risposte, anche su tempi di riposo e chilometraggio, bisognerà estrapolare i dati dal tachigrafo digitale. Al momento c’è il massimo riserbo sulle investigazioni, certo non si può escludere che la Procura deleghi una consulenza cinematica per cristallizzare le dinamiche dello schianto fatale.

 

Fiori e ceri sulla strada
Sull’asfalto di viale Dolomiti in cui l’altra mattina i militari di Madonna di Campiglio e Carisolo hanno individuato i segni di frenata del mezzo pesante, lì dove è avvenuto il terribile schianto e dove è ben visibile lo spray rosso dei rilievi, ieri era un mesto pellegrinaggio. Giovani e giovanissimi del paese di 750 anime ma anche genitori e adulti hanno lasciato a lato della carreggiata vasi di crisantemi e gelsomini e fiori recisi, tra cui un mazzo di rose bianche, con bigliettini e ceri votivi. Lì, lungo una strada considerata da alcuni cittadini «troppo pericolosa», tanto che sono pronti a presentare un esposto in Comune.