Tribunale
domenica 3 Agosto, 2025
Minacce all’infermiera per far risultare negativo il tampone covid del figlio: 61enne a processo
di Benedetta Centin
Un papà va in una farmacia della Valsugana e costringe l'operatrice a fare il test «in maniera difforme alle procedure»

Febbraio 2022, piena pandemia. Allora un padre 58enne si era presentato con i figli minorenni in una farmacia della Valsugana, negli spazi esterni preposti, per sottoporre uno dei due ragazzini al tampone. All’infermiera che doveva eseguire il test l’uomo aveva detto che la moglie a casa era risultata positiva al covid e aveva avuto anche la pretesa di spiegarle come avesse dovuto fare il tampone al figlio (o meglio, si suppone, fingerlo di farlo). Era arrivato anche a minacciare, tra le urla, quell’infermiera, in quanto, a suo dire, aveva provocato dei danni al figlio effettuando il tampone covid 19, per quanto il minore non si fosse lamentato di nulla ma se la fosse invece presa con il genitore che lo faceva vergognare. Un comportamento, quello dell’uomo, per costringere l’operatrice a fare il test «in maniera difforme alle procedure, così da ottenere un risultato sicuramente negativo» ne è convinta la Procura che ha voluto a processo il 61enne, notificandogli un decreto di citazione a giudizio. In aula, il prossimo autunno, l’imputato si troverà a rispondere di minaccia a pubblico ufficiale ma anche di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e rifiuto di dare indicazioni sulla propria identità. Questo per l’atteggiamento che aveva tenuto di fronte agli agenti della polizia locale Alta Valsugana intervenuti su richiesta del farmacista che aveva segnalato il cliente scontroso e violento. Quel giorno non solo l’imputato si era rifiutato in modo categorico di fornire il proprio nome agli agenti, meno che meno un proprio documento d’identità, sostenendo che lui era «un cittadino del mondo». Aveva anche sostenuto con gli uomini in divisa che non erano autorizzati a chiedere i suoi dati, in quanto non titolati a farlo. E anche se informato delle conseguenze penali del suo comportamento, aveva preteso i nomi degli agenti e fotografato l’auto di servizio. Raggiunto poi a casa, si era rifiutato di firmare l’invito a presentarsi in comando. «Sono una persona giuridica e non fisica» la risposta agli agenti.
il caso
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