Lavoro
lunedì 7 Novembre, 2022
Metalmeccanici, troppe vertenze in bilico e pericolo inflazione con rischio tensione sociale sul lavoro
di Redazione
Cisl Fim: «L'incertezza degli scenari economici e geopolitici non possono far dimenticare ad aziende e imprenditori quanto di buono realizzato in questi anni»
La Cisl Fim vuole un’accelerata per dirimere alcune vertenze ancora in corso e giungere ad una loro risoluzione. Inoltre esprime preoccupazione per il costante aumento dell’inflazione nazionale e provinciale che rischia di erodere il valore reale dei salari dei lavoratori e di far esplodere la tensione sociale nei luoghi di lavoro.
«In diverse aziende metalmeccaniche trentine dopo la fase pandemica del 2020 sono stati siglati importanti rinnovi contrattuali, con significativi aumenti salariali sia sulle componenti strutturali delle retribuzioni mensili che sui premi di risultato annuali, grazie anche al positivo trend economico del settore e la forte crescita di fatturato e profitti registrata da molte realtà industriali. Varie vertenze contrattuali attendono invece ancora la chiusura: nei 2 stabilimenti Adige Spa e Sys di Levico, alle Acciaierie Venete di Borgo, alla Mahle di Spini di Gardolo, in Meccanica Cainelli e Cariboni Group negli stabilimenti di Volano Rovereto e altre dovranno essere aperte nel prossimo futuro. L’incertezza degli scenari economici e geopolitici non possono far dimenticare ad aziende e imprenditori quanto di buono realizzato in questi anni, anche grazie al contributo e all’impegno di migliaia di lavoratori durante una fase di forte crescita dei volumi e dei carichi di lavoro – fa sapere il sindacato –. Nei contesti aziendali che hanno realizzato buoni risultati economici, ci aspettiamo senso di responsabilità e un concreto riconoscimento del contributo dato dai lavoratori, favorendo una rapida e positiva chiusura delle vertenze contrattuali in corso e lo stesso ci attendiamo possa accadere anche per quelle di prossima apertura».
Sul tema inflazione il tono è il medesimo. «Continua a crescere l’inflazione nazionale e provinciale che a novembre raggiunge livelli record ben oltre il 10 per cento come non si vedeva dagli anni ’80, erodendo il valore reale dei salari dei lavoratori metalmeccanici i cui incrementi predeterminati nel rinnovo del Contratto collettivo nazionale del 6 febbraio 2021 sulla base dell’inflazione allora prevista, restano lontani dal reale aumento di prezzi e tariffe, specie quelle energetiche di bollette e carburanti. È una situazione che rischia di far esplodere la tensione sociale anche nei luoghi di lavoro. L’avvicinarsi della stagione invernale e il conseguente aumento dei consumi per riscaldamento ed elettricità, unito agli ulteriori notevoli incrementi delle tariffe registrato negli ultimi mesi, rischiano di rendere insostenibile la situazione».
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