Il giorno di Natale

lunedì 26 Dicembre, 2022

Maxi evasione dal carcere minorile Beccaria: fuggono in 7, due ripresi. Fuoco nelle celle

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Catturati dopo poche ore due dei sette fuggiaschi. Proteste all'interno della struttura

Disordini nel carcere minorile Beccaria di Milano dopo l’evasione domenica pomeriggio di 7 giovani detenuti. I vigili del fuoco sono intervenuti nella struttura a causa delle fiamme appiccate da alcuni detenuti all’interno di diverse celle. Occupato in segno di protesta anche il cortile passeggio. “Diversi Agenti di Polizia Penitenziaria sono rimasti intossicati e la situazione è ad altissima tensione”, ha riferito Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. Ancora in fuga 5 dei evasi – 4 minorenni e 3 maggiorenni – due sono stati catturati.

“Sette detenuti evasi (due rintracciati e ripresi nel giro di qualche ora), un incendio appiccato e un’intera sezione di quattro stanze, con dodici detenuti, inagibile. Non stiamo leggendo un bollettino di guerra, ma la cronaca di un ‘ordinario’ pomeriggio di Natale presso l’istituto penale per minorenni ‘Cesare Beccaria’ di Milano, destinato a contenere ragazzi – che poi tanto ragazzi non sono visto che la loro età può spingersi fino a 25 anni – evidentemente non di minore spessore delinquenziale rispetto agli adulti”. Così Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta i fatti che hanno interessato il pomeriggio di Natale l’istituto penale per minorenni di Milano.

“Nel momento in cui la maggioranza di governo si appresta, con la manovra economica, ad abbattere la scure di ulteriori tagli sul mondo penitenziario, peraltro riducendo anche le risorse economiche destinate al salario accessorio della Polizia penitenziaria e alimentate con i fondi dei rinnovi contrattuali, viene acclarato il fallimento della gestione complessiva dell’esecuzione penale detentiva, sia che si guardi agli adulti sia che si volga l’attenzione verso i cosiddetti minori”, continua il leader sindacale.

“Servono riforme complessive che passino dalla reingegnerizzazione del sistema d’esecuzione penale, dalla riorganizzazione del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che devono mantenere intatta la rispettiva autonomia pur in un contesto di programmazione e coordinamento, e dal potenziamento del Corpo di polizia penitenziaria, mancante di ben 18mila unità su 36mila effettivamente presenti. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rompa gli indugi e, al di là delle dissertazioni e delle declamazioni di principio, apra immediatamente un confronto permanente che consenta l’individuazione di soluzioni concretamente percorribili e auspicabilmente condivise. Noi siamo pronti come sempre a fare la nostra parte fornendo il nostro competente contribuito di idee e proposte, conclude De Fazio.