L'intervista

sabato 21 Giugno, 2025

Mario Amato, il magistrato ucciso dai Nar e il suo legame con Rovereto: «Poteva cambiare la storia della strage di Bologna, ma fu ammazzato»

di

Mario Di Vito, giornalista del Manifesto, è autore di «Il nero dei giorni». Il volume ripercorre la vita e il contributo del giudice. «I Nar dicevano di non avere a che fare con la fascisteria, ma lui aveva capito che era falso»
A Rovereto, dove lavorò negli anni Settanta, gli sono state intitolate una via e un’aula del tribunale. Mentre a Trento vive e lavora sua figlia. Il ricordo del magistrato Mario Amato, ucciso a Roma il 23 giugno del 1980 dai neofascisti dei Nar (i Nuclei armati rivoluzionari di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti), con il passare degli anni si rafforza. Perché solo negli ultimi anni si è compresa l’importanza del suo lavoro solitario alla Procura di Roma, in prima linea contro l’eversione di destra allora in piena ascesa. Lo uccise Gilberto Cavallini a colpi di pistola, e poco più di un mese dopo sarebbe arrivata la strage di Bologna, per la quale proprio Cavallini è stato recentemente condannato in...

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