il caso

sabato 18 Ottobre, 2025

Marangoni Meccanica, 40 operai in attesa di licenziamento. Spinelli: «Subito tutele per i lavoratori»

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L'assessore provinciale: «Un percorso sfortunato. Ora l’ipotesi è trovare attività sostitutive»

L’assessore Achille Spinelli con grande rammarico accoglie la notizia del fallimento di Marangoni: «il primo patrimonio che l’azienda lascia sono i lavoratori con le loro elevate competenze e capacità, poi c’è l’immobile. Oggi purtroppo devo dire che di Marangoni non resta altro che questo. I lavoratori vanno tutelati e noi ci siamo con il sostegno necessario».

Sull’analisi di un fallimento che a un certo punto sembrava evitabile, e suo ruolo che i competenti organi provinciali hanno messo in campo l’assessore è chiaro: «Prima di tutto devo dire – ha spiegato ieri a margine della conferenza stampa di giunta provinciale – che Finanziaria trentina si è comportata in maniera esemplare nell’accompagnare Marangoni, dopodiché è stato un percorso molto sfortunato: il quadro geopolitico è peggiorato proprio quando l’azienda aveva bisogno di incassare, la vicenda della guerra ucraina con le sanzioni applicate hanno impedito al cliente di pagare o di ricevere, lì i lavori erano già iniziati e l’azienda si era già indebitata, altre questioni internazionali si sono poi presentate. Abbiamo fatto ragionamenti pensando che le cose si sbloccassero, in realtà si sono complicate. Finanziaria Trentina ha continuato a mettere liquidità, i lavoratori sono stati pagati fino all’ultimo giorno e all’ultimo mese possibile e tutte le posizioni sono regolari tanto che i clienti più grandi nel mondo si sono arresi all’evidenza di una situazione che non poteva essere più salvata». Una congiuntura negativa che si è presentata circa tre anni fa, ma le radici sono forse anche più lontane in un mercato che al momento sta funzionando. «La Marangoni di quindici anni fa era la numero uno in vari ambiti, ma qualche concorrente già esisteva e si è fatto molto più forte negli anni, pensiamo alla Cina per esempio e quindi non è stato più facile come prima. Ora l’ipotesi è trovare attività sostitutive e tenere i lavoratori ingaggiati rispetto ad una possibilità di un’entrata diversa, anche se è difficile immaginare che si prosegua su un ambito entrato in crisi. Ora si parla di competenze alte e spazi, queste sono le cose da salvaguardare e tutelare».