Il caso

mercoledì 25 Giugno, 2025

Maglietta con la scritta «Barbie Brigate Rosse», Agnese Tumicelli si dimette dal consiglio studentesco dell’università

di

A sollevare il caso Urzì (Fratelli d'Italia), oggi la decisione di rimettere il mandato

Un pressing mediatico durato 24 ore e alla fine la decisione: Agnese Tumicelli, presidente del consiglio degli studenti dell’università di Trento, ha consegnato il suo mandato nelle mani del rettore. Dimissioni formalizzate oggi, mercoledì 25 giugno, in seguito alla polemica avviata dall’onorevole Alessandro Urzì, coordinatore di Fratelli d’Italia che ha stigmatizzato alcuni post social di Tumicelli. Un selfie con una maglietta con un logo più che discutibile – «Barbie Brigate Rosse» – e, pescando nell’archivio passato, una foto della giovane in un’auto rossa che a detta del deputato ricordava il sequestro di Aldo Moro mentre Tumicelli ha fermamente negato l’assonanza concettuale.

 

Di seguito pubblichiamo la nota integrale con cui Tumicelli si è dimessa.

 

La tempesta mediatica che mi ha colpita in questi giorni mi ha molto fatto riflettere sui miei comportamenti e il mio futuro.
Per le ragioni che di seguito esporrò, penso che sia giunto il momento di rassegnare le mie dimissioni dalla posizione di Presidente del Consiglio Studentesco.
Lavorare in Consiglio nello scorso mandato, ed avere l’onore di diventarne Presidente in questo, mi ha arricchita profondamente sia a livello personale che a livello professionale. Essere immersa in un ambiente a stretto contatto con l’amministrazione dell’Università che da quattro anni a questa parte è diventata la mia casa e lavorare per garantire agli studenti che la abitano e la vivono i diritti e le garanzie che meritano, è stato per me motivo di grande onore.

 

Certo, non mi sarei mai aspettata di concludere così presto il mio mandato. Ma credo che sia necessario assumermi fino in fondo la responsabilità delle mie azioni che, anche se – ci tengo a ripetere – sono state strumentalizzate, hanno urtato nel profondo la sensibilità di molte persone e sono profondamente sbagliate.

 

Quello che mi rimarrà da questa brutta esperienza, oltre alla consapevolezza del grave errore che ho commesso e del peso che le mie azioni hanno sulle altre persone, è il sostegno che ho avvertito da parte di tutti i miei amici e colleghi, dentro e fuori dalla rappresentanza studentesca. La mia associazione e il Consiglio Studentesco mi hanno fino all’ultimo manifestato la loro vicinanza e il loro sostegno, cercando di convincermi fino all’ultimo a non fare un passo indietro. Ringrazio tutti loro, ma per me non è più possibile continuare.

 

La consapevolezza del potere che chi mi ha attaccata e strumentalizzata ha dimostrato di avere sui media e sull’opinione pubblica mi ha lasciata sconcertata. A 22 anni, mi sono vista catapultata nel giro di un paio d’ore su decine di siti web e giornali. Mi è stato riferito da amici di molti commenti apparsi sui social, spesso offensivi e diffamatori e, in qualche caso, addirittura volti ad attribuirmi frasi che non ho mai pronunciato. La pressione che ho subito e che sto subendo (peraltro insieme ai miei amici e i miei cari, in primis i miei genitori, che loro malgrado sono coinvolti in una vicenda più grande di tutti noi) è un qualcosa che non riesco più a sopportare.

 

Tutta questa vicenda, che mi ha esposta da un momento all’altro all’odio di persone che non mi conoscono e che io non conosco, mi ha fatta molto riflettere. La strumentalizzazione di quanto avvenuto mi ha fatta rabbrividire e impaurire. Mi ha fatta sentire in pericolo. Quella che ho subito è una vera e propria gogna, mediatica ma soprattutto politica, che è impossibile sopportare.

 

Resta comunque fermo che ciò che ho fatto è estremamente grave e sono la prima a riconoscerlo e ad assumermene ogni responsabilità con l’atto di dimissioni.
Auguro il meglio al Consiglio Studentesco, a cui spero di aver lasciato almeno un briciolo di quello che ho imparato io dalla mia esperienza di rappresentanza. Auguro il meglio anche alla mia Università, per cui nutro un profondo amore: se oggi ho preso la decisione di fare un passo indietro è anche per tutelare l’istituzione che amo, per la cui cura ho sempre cercato di spendermi e che spero rimanga sempre libera e indipendente da ogni condizionamento.