La decisione
giovedì 26 Giugno, 2025
L’Università di Trento non si ritira dal progetto con Ibm Israel. Gli studenti: «Un errore»
di Gabriele Stanga
Il Senato accademico ha votato per continuare la collaborazione. Contro di essa erano state raccolte centinaia di firme

«Il senato accademico ha deciso di non ritirarsi dal progetto di ricerca Truman con Ibm Israel sia per motivi di fattibilità che di volontà», lo rivela a seguito delle discussioni di ieri mattina, il rappresentante degli studenti del Disi Giuliano Campagnolo, anch’egli tra i componenti del senato accademico stesso.
Nei giorni scorsi gli studenti avevano avviato una raccolta firme per chiedere all’Università di ritirarsi dal progetto per «il mantenimento della propria integrità», in considerazione del fatto che «Israele sta commettendo un genocidio a Gaza».
A fronte delle richieste degli studenti il rettore aveva chiesto il parere del senato accademico, in modo da avere ulteriori elementi su cui basare la propria decisione.
«Ne abbiamo parlato ieri mattina, e in seguito alla discussione che c’è stata, il senato ha votato per non portare avanti il ritiro dal progetto», spiega Campagnolo. Questo, come anticipato, per due ordini di ragioni. «In primis perché – racconta lo studente – il progetto è già attivo e attualmente in corso. Non ci si può ritirare a meno di fornire delle motivazione». Motivazioni che, però «sono codificate a livello europeo. La motivazione politica non è tra quelle che si possono utilizzare per ritirarsi da un progetto in corso». E la considerazione sul genocidio in corso a Gaza rientra tra gli atti considerati di natura politica.
La seconda ragione è «di volontà» ed è legata al fatto che «Non ci sono più accordi diretti con Israele all’interno dell’università ma sono presenti diversi accordi con enti provenienti da Stati che partecipano a guerre o violazioni dei diritti umani» e «bloccarli bloccherebbe gran parte della ricerca universitaria». La conclusione è che «Non si vuole prendere il caso singolo ma adottare un principio generale». Una posizione su cui gli studenti non si trovano d’accordo, pur apprezzando la linea di dialogo avviata con l’Università e il rettore: «Noi chiediamo ancora quello che chiedevamo e non abbiamo ottenuto, ossia di rescindere l’accordo. Per noi non è un discorso di adottare un principio ma di iniziare a fare qualcosa per un genocidio che è in atto e che è sotto i nostri occhi. Non iniziare a fare niente per i diritti umani a partire da qui, pensiamo sia un errore. Continuiamo a mantenere la nostra posizione portare avanti un discorso di etica nella ricerca». Il senato avrebbe poi spiegato che su temi per un decisione di carattere politico, come in questo caso ad esprimersi dovrebbero essere il Crui, ossia la Conferenza dei rettori delle università italiane, oppure gli enti governativi nazionali o europei.