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sabato 25 Ottobre, 2025

Luigi Mangione e l’assassinio di Brian Thompson, il New York Times: «Si ispirò al manifesto di Unabomber»

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L'inchiesta del quotidiano americano racconta il viaggio in Giappone prima dell'assassinio e l'incontro con un autore semisconosciuto

C’è l’ombra di Ted Kaczynski, il terrorista noto come Unabomber, autore di un manifesto contro la società industriale e morto in carcere nel 2023, dietro l’omicidio commesso da Luigi Mangione. Sarebbe stata questa figura, infatti, a ispirare l’assassinio del Ceo di United Healthcar, Brian Thompson.

Lo rivela il New York Times, che ha pubblicato una lunga inchiesta sui «mesi mancanti» di Mangione, quelli che hanno preceduto il crimine e in cui lui aveva tagliato i ponti con i propri conoscenti.

L’indagine del quotidiano statunitense ricostruisce i mesi precedenti al delitto, gettando nuova luce su come Mangione si fosse progressivamente radicalizzato e su quali esperienze lo avessero portato a vedere Thompson come il simbolo delle distorsioni del sistema sanitario privato americano.

Mangione venne arrestato il 9 dicembre 2024, cinque giorni dopo l’omicidio. Nel suo diario, alcuni mesi prima, aveva annotato: «Mi sento finalmente sicuro di cosa farò e non ho alcun dubbio che sia la cosa giusta da fare».

In Thailandia

Secondo il New York Times, Mangione aveva trascorso buona parte dell’anno viaggiando in Asia. Tra febbraio e aprile 2024 si trovava tra Tokyo, Bangkok e Tenkawa, in Giappone. A Tokyo sarebbe stato visto da un giocatore di poker professionista, mentre in Thailandia trascorse alcune serate con giovani americani residenti nel Paese. Uno di loro, Christian Sacchini, ha raccontato che discussero dei costi della sanità statunitense e che Mangione rimase colpito dal prezzo molto più basso delle cure mediche in Asia.

Nei giorni successivi, Mangione scrisse ad alcuni amici di essere stato aggredito da sette «ladyboys» – termine locale usato, spesso con connotazioni offensive, per riferirsi alle donne trans – inviando una foto del braccio coperto di lividi.

Il mese in Giappone

Ad aprile tornò in Giappone, dove disse di voler «stare un mese a meditare, andare alle terme e scrivere». A Tenkawa, un piccolo villaggio montano a circa 80 chilometri da Osaka, trascorse sei notti in una guesthouse. Il proprietario, Juntaro Mihara, ha riferito che il giovane italiano passava gran parte del tempo a leggere e a scrivere sul diario, lo stesso in cui avrebbe poi descritto i piani per l’assassinio.

In seguito, Mangione si spostò a Mumbai, in India, dove incontrò lo scrittore Jash Dholani. Quest’ultimo ha raccontato che Mangione tentò di acquistare 400 copie di un suo libro autopubblicato, ma la transazione venne bloccata per sospetta frode. Dholani aveva in passato pubblicato su X (l’ex Twitter) post dedicati a Theodore Kaczynski, noto come Unabomber, definendolo un «filosofo terrorista» il cui manifesto «attacca la società moderna come nient’altro». I messaggi furono poi cancellati.

La stima per Kaczynski

Secondo il New York Times, Mangione era affascinato dalla figura di Kaczynski. In un passaggio del suo diario scriveva che l’attentatore americano era stato «giustamente imprigionato» per i suoi crimini, ma che «le sue previsioni sulla società erano straordinariamente accurate».

Nel luglio 2024 Mangione tornò negli Stati Uniti, stabilendosi temporaneamente a San Francisco. Non è chiaro se in quel periodo lavorasse, ma ottenne un documento d’identità falso datato 18 giugno. Nelle settimane seguenti smise di pubblicare sui social, mentre nei suoi appunti comparivano riflessioni sul modo in cui combattere «l’ingiustizia» del sistema sanitario americano.

In una delle ultime note, Mangione scriveva di aver scelto le compagnie assicurative come bersaglio: «Soddisfa tutti i requisiti». In un altro passaggio aggiungeva: «Che fai? Ammazzi il CEO alla convention annuale dei contabili parassiti. È mirato, preciso e non mette a rischio innocenti». Gli inquirenti hanno descritto l’omicidio come «meticolosamente pianificato».

«Niente terrorismo»

Dopo l’arresto, la figura di Mangione è stata ampiamente discussa e, in alcuni casi, romanticizzata, complice la difficoltà di collocarlo politicamente. Come osserva il New York Times, Mangione era «troppo benestante e troppo poco ideologico» per essere considerato un rivoluzionario di sinistra o un militante anticapitalista. Un profilo, questo, che ricorda altri casi recenti negli Stati Uniti, come quello di Tyler Robinson, assassino del commentatore conservatore Charlie Kirk.

Attualmente, Luigi Mangione è imputato per omicidio volontario. Un giudice dello stato di New York ha respinto le accuse di terrorismo, spiegando che «non sono state presentate prove della volontà di terrorizzare il pubblico, diffondere paura generalizzata, impegnarsi in una campagna più ampia di violenza o complottare con gruppi terroristici organizzati».