Conciliazione

domenica 2 Novembre, 2025

Luglio a scuola, 5 milioni dalla Provincia. E la quota di iscrizione tra i 50 o 100 euro

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Le indiscrezioni sul Piano 2026. «Ma il vero nodo è la carenza del personale»

La parola d’ordine è «universalità»: tutti i bambini e i ragazzi delle scuole elementari e medie dovranno avere la possibilità di partecipare alle attività estive organizzate da associazioni e cooperative. Questa è l’ambizione che la Provincia ha riversato sul piano di conciliazione famiglia-lavoro per l’estate, preannunciato dal presidente Maurizio Fugatti in vista della prossima manovra finanziaria. I dettagli dell’operazione saranno illustrati più avanti, nelle prossime settimane, ma a piazza Dante alcuni ragionamenti e alcuni conti sono stati già fatti. E le interlocuzioni, seppur informali, con gli enti del Terzo settore sono già iniziate.

Il finanziamento
Secondo fonti della maggioranza, il budget potrebbe arrivare fino a 5 milioni di euro. Una cifra che potrebbe essere «ampiamente sufficiente» – riferiscono – per finanziare il bando dedicato all’organizzazione di attività estive da parte di enti del Terzo settore nei mesi di giugno e luglio. Un bando – è stato spiegato venerdì scorso nel corso della conferenza stampa della giunta provinciale – che ricadrà sotto il cappello Sieg, servizi di interesse economico generale.

Il contributo delle famiglie
L’obiettivo, appunto, è quello di permettere a chiunque di accedere alle attività estive. Le famiglie pagheranno solo una quota d’iscrizione per coprire i costi amministrativi e quelli legati alla sicurezza. La cifra non è stata ancora determinata, ma si aggirerà sui 50 o 100 euro al mese: questo è l’ordine di grandezza su cui si sta discutendo.
Attualmente il prezzo dei servizi estivi standard varia da un minimo di 150 euro a un massimo di 250 euro alla settimana.

La carenza di personale
«La misura sarà adottata in via sperimentale nei primi due anni, non modificherà il calendario scolastico — ha spiegato il presidente Fugatti — e le attività proposte nelle giornate (mattina e pomeriggio) esulano dall’offerta didattica. Si tratta di attività di socialità, sport, educazione civica e sani stili di vita. Il servizio sarà garantito in tutto il territorio trentino, coinvolgerà soltanto i plessi scolastici che metteranno a disposizione gli spazi». L’universalità va a braccetto con la capillarità: la finalità del bando sarà quella di garantire i servizi in qualsiasi territorio. «Il problema — spiegano fonti della maggioranza — non è tanto finanziario. Il vero nodo è la carenza di personale». Associazioni, cooperative e tutte le altre realtà del privato sociale avranno a disposizione così tanti educatori e operatori per assicurare un servizio a tutte le famiglie? Un ostacolo di non poco conto che potrebbe ridimensionare le aspirazioni di Piazza Dante. Potenzialmente la platea è di quasi 40mila studenti: 23.422 frequentano la scuola primaria (le elementari) e 15.956 la scuola secondaria di primo grado (le medie). Ovviamente i ragionamenti non vertono sul totale dei bambini e dei ragazzi, perché non tutte le famiglie scelgono di usufruire dei servizi estivi (per vari motivi), ma la base di grandezza è comunque di diverse migliaia di studenti.

Il piano nazionale
Le scuole aperte d’estate non sono una novità assoluta. Alcuni istituti mettono già a disposizione le proprie strutture, ma per periodi limitati. Inoltre, a partire dagli anni della pandemia, il ministero dell’Istruzione ha attivato il «Piano estate»: nel 2026, in Trentino, 7 istituti comprensivi (su 51) hanno aderito al bando nazionale e avranno a disposizione 409.686 euro per organizzare attività formative durante il periodo di sospensione estiva delle lezioni: Trento 3 (69.795 euro), Civezzano (51.939 euro), Pergine 1 (27.640 euro), Rovereto Sud (79.973 euro), Lavis (49.680 euro), Mezzocorona (78.720 euro) e Taio (51.939 euro).