Cultura

lunedì 3 Novembre, 2025

Lo storico bivacco Fiamme Gialle di Cimon della Pala, vola al Muse: sarà una testimonianza di un pezzo di storia dell’alpinismo

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Il video del trasloco da oltre tremila metri di quota, nel cuore delle Dolomiti, al museo cittadino

Se potesse parlare, il Bivacco Fiamme Gialle del Cimon della Pala racconterebbe mezzo secolo di storia alpinistica, di notti tra le rocce dolomitiche e di uomini e donne che hanno sfidato la montagna.
Oggi, a 56 anni dalla sua inaugurazione nel 1968, quel piccolo rifugio rosso a 3.005 metri di quota ha iniziato una nuova vita: dal gruppo delle Pale di San Martino al MUSE di Trento, dove è stato collocato sulla terrazza panoramica per diventare parte integrante del percorso permanente dedicato al rapporto tra natura, scienza e società.

L’operazione – resa possibile grazie a un accordo tra la Provincia autonoma di Trento, la Guardia di Finanza e la Sezione CAI Fiamme Gialle – ha trasformato un simbolo dell’alpinismo trentino in un oggetto culturale e scientifico, testimone della memoria e dei cambiamenti climatici sulle alte vette.

Un viaggio dal cielo al museo

Il bivacco è stato smontato e trasportato con l’elicottero dalla Spalla del Cimon fino a Passo Rolle, da dove un camion del Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale lo ha condotto fino a Trento.
Qui, grazie a una gru, è stato issato sulla terrazza del museo, dove verrà riallestito fedelmente con le otto brande e le coperte originali, per riprodurre l’atmosfera autentica delle notti in quota.

Il direttore del MUSE, Massimo Bernardi, ha definito l’operazione “un ponte simbolico tra le vette dolomitiche e la cima del museo”:

“Dalla vetta delle Dolomiti alla vetta del MUSE – ha spiegato – il viaggio del bivacco racconta la capacità del museo di rinnovarsi costantemente e di dialogare con il territorio, la scienza e le istituzioni. Questa acquisizione rappresenta un passo importante verso il nuovo percorso espositivo permanente, che offrirà ai visitatori un’esperienza contemporanea e innovativa”.

Un progetto corale

Il trasferimento e il nuovo allestimento del bivacco sono stati sostenuti dalla Provincia autonoma di Trento, attraverso gli assessorati all’Istruzione e cultura e al Turismo, in collaborazione con la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo e la Sezione CAI Fiamme Gialle.
Il progetto rientra nel più ampio rinnovamento degli spazi espositivi del MUSE, volto a raccontare la montagna come ecosistema vivente e luogo di incontro tra uomo, ambiente e innovazione.

La storia di un’icona delle Dolomiti

Il Bivacco Fiamme Gialle nacque da un’idea del Club Alpino Accademico Italiano negli anni Venti del Novecento, come rifugio d’emergenza per gli alpinisti nelle zone più remote.
Il modello, ispirato alle baracche militari della Prima guerra mondiale, fu progettato dall’ingegnere Giorgio Baroni e realizzato nel 1968 grazie alla Fondazione Antonio Berti di Padova e alla collaborazione con enti territoriali trentini.

La struttura, in lamiera zincata e verniciata di rosso, misura circa 8 metri quadrati, con un volume interno di 21 metri cubi e nove posti letto.
Per decenni, la Sezione Fiamme Gialle del CAI ne ha curato la manutenzione, garantendo sicurezza, pulizia e controllo degli accessi, rendendolo un simbolo di accoglienza e resilienza alpina.

Dal silenzio delle vette alla voce della memoria

Ora, quel piccolo rifugio sospeso tra le nuvole diventa testimonianza tangibile della storia delle Dolomiti e del rapporto dell’uomo con la montagna.