Il caso

sabato 21 Giugno, 2025

Levico, espone la bandiera palestinese fuori dal suo negozio ma lo segnalano ai carabinieri. «Allora aggiungo accanto quella italiana»

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Pino Romano, negoziante, è stato criticato: «Volevo schierarmi con il popolo palestinese che sta resistendo a un’occupazione coloniale»

Aveva messo fuori dal suo negozio una bandiera della Palestina, per manifestare la propria solidarietà con la popolazione di Gaza: non tutti però, hanno considerato lecito esporre il simbolo di un altro stato in un luogo pubblico come la strada. Tanto che anche ai carabinieri è arrivata una segnalazione a riguardo. Tutto questo è successo a Levico Terme: il negoziante in questione è Pino Romano, titolare di un piccolo negozio di articoli regalo, che per essere certo di non dover rimuovere la bandiera palestinese, le ha dovuto affiancare anche il Tricolore.

«Stimolare il dibattito»
Appendere queste due bandiere insieme può sembrare un ripiego strano, ma c’è una spiegazione. Partendo dall’inizio, comunque, Romano aveva deciso di mettere in bella mostra fuori dal proprio esercizio il simbolo della Palestina per diverse ragioni. «Innanzitutto volevo stimolare a un dibattito ed esprimere la mia indignazione — spiega Romano —. Volevo schierarmi con il popolo palestinese che sta resistendo a un’occupazione coloniale e un genocidio da parte di un governo occidentale che non rispetta il diritto umanitario, senza contrasto neanche da parte degli altri parlamenti occidentali. Anche nei media non se n’è parlato in maniera adeguata: non si deve parlare di guerra, ma è un’occupazione, uno sterminio».
Poco dopo aver esposto la bandiera, però, ai carabinieri sono arrivate delle lamentele. «È venuto da me il sindaco Beretta — aggiungere Romano — e in maniera molto cordiale mi ha detto che c’era stata questa segnalazione. Inizialmente, da quanto ho capito, qualcuno l’aveva scambiata per la bandiera dell’Iran, quindi ci deve essere stato un malinteso. Sono stato quindi contattato anche dal maresciallo. Lui comunque non aveva intenzione di farmi togliere la bandiera: mi ha solo detto di metterci vicino una bandiera dell’Italia, per evitare che la gente chieda ancora di rimuoverla. Alla fine non è successo nulla di che».

Le regole sulle bandiere
In sostanza, la legge limita l’utilizzo delle bandiere di altri Stati nei pubblici esercizi, come spiega il sito web dell’Ufficio del Cerimoniale dello Stato. Nei pubblici esercizi (come ad esempio i bar, gli alberghi e i ristoranti) è possibile esporre bandiere di altri Stati solamente assieme a quella italiana.
«La mia però è un’azienda commerciale — sottolinea ancora Romano — quindi da regolamento potrei esporre qualsiasi bandiera. Senza considerare che la Palestina non è riconosciuta come Stato. In sostanza, però, mettendo anche la bandiera italiana sono tutelato a prescindere». La differenza è che, mentre un pubblico esercizio è un locale dove si offrono dei servizio o si vendono dei beni (con consumo sul posto), nei negozi non c’è necessariamente una consumazione.

«Tutelare le sensibilità»
La segnalazione è partita da un altro levicense, Michele Salvo, ufficiale dei carabinieri in pensione che alle ultime comunali è stato candidato sindaco con la Lega. «Il punto è che quella bandiera è esposta sulla strada, in un luogo pubblico — spiega Salvo —. All’interno di un negozio ognuno è libero di scegliere se entrare o no: ma sulla strada non puoi non vederla».
Dunque, alla base della segnalazione c’è il fatto che la bandiera fosse esposta verso un luogo pubblico come la strada e visibile a tutti. «La sensibilità di chiunque può essere da una parte oppure dall’altra — spiega ancora l’ex candidato —. Potenzialmente potrebbe anche esserci una persona ebrea che passa per strada. È come se esponessi una bandiera di un altro stato fuori da casa mia: credo che in un luogo pubblico ci sia spazio solo per la bandiera italiana. Per quarant’anni sento di aver fatto il mio dovere Io rispetto le regole, e vorrei che anche le altre persone le rispettassero».