L'editoriale
martedì 5 Agosto, 2025
L’elezione del Cal: il primo passo verso la partita delle provinciali
di Simone Casalini
Cosa ci dice la convergenza tra Pd e Lega e l'attivismo del sindaco di Trento Ianeselli

Il dibattito sul rinnovo del Consiglio delle Autonomie locali (Cal), che negli ultimi anni si era consumato sotto traccia, segna il primo atto verso le prossime elezioni provinciali. Sia da destra che da sinistra la necessità di avere un’influenza sulle dinamiche del territorio transita anche per l’istituzione che è l’organo di rappresentanza e sindacale dei municipi trentini. Il Cal e il Consorzio dei Comuni sono la controparte della Provincia su un numero ragguardevole di tematiche, con una funzione negoziale o consultiva, ed è evidente che orientarne la linea politico-sindacale, dosarne la conflittualità con Piazza Dante, condizionarne la rappresentanza può avere un peso – specifico, forse non determinante – nel predisporre la sensibilità politica del territorio. Riassumendo, le trame che si sono affacciate nelle ultime settimane si sono allineate sul cambiamento. L’uscente Paride Gianmoena, sindaco di Ville di Fiemme, da 12 anni al vertice dei Comuni, si è trovato nella morsa concentrica di un’alleanza anomala, quella tra l’assessore provinciale Roberto Failoni e il sindaco di Trento Franco Ianeselli.
Sponde opposte (Lega e area Pd) che convergono sulla necessità di voltare pagina. Dopo due mandati e mezzo il ricambio sarebbe indiscutibile, ma il punto non è mai evocato. La questione è strettamente politica, di visione e di prospettiva rispetto al voto provinciale, a prescindere da quando questo cadrà, se a scadenza naturale (ottobre 2028) o prima. Una valutazione condizionata dal «terzo mandato», ora nelle mani della Corte costituzionale.
Lato centrosinistra, la partita del Cal registra anche il primo passo concreto di Ianeselli verso la disponibilità alla candidatura provinciale. L’esposizione e il movimentismo rendono esplicita la strategia che ha come punto di caduta e di mediazione il ticket Cereghini presidente (sindaco di Pinzolo, alla guida di una maggioranza composita) e Paolazzi vice (Lavis, esponente del Pd). Il sindaco del capoluogo sa che se vuole costruirsi una chance di successo deve colmare un divario con il centrodestra che riguarda le valli. Perché il solo voto della città – peraltro in ritirata in termini di partecipazione – o dei centri urbani non è sufficiente a competere. E Il Cal, al di là della sua autonomia formale e sostanziale, è il luogo dove tessere relazioni e imbastire nuove alleanze. L’allineamento con Failoni, che non piace a tutti, risponde all’esigenza di provare a smuovere il quadro degli assetti territoriali, sapendo di non avere il controllo della maggioranza.
Lato centrodestra, lo scenario è ancora più complesso perché ricomprende l’ipotesi, non più remota, che il «terzo mandato» del governatore in carica Fugatti salti. Si apre, quindi, l’esplorazione della sua successione. Failoni vuole la rimozione di Gianmoena per ragioni di contrasti politici (il disegno di legge sugli impianti da sci bocciato dal Cal e rinviato in Consiglio provinciale) e di prospettiva (lasciare aperte più opzioni possibili in vista delle Provinciali ed evitare di rafforzare aree concorrenti). Cereghini, primo cittadino di Pinzolo, paese d’elezione dell’assessore provinciale al turismo, è la figura che garantirebbe discontinuità e apertura a nuovi equilibri. Cereghini non è leghista, amministra da tempo con una coalizione da arco costituzionale, ha ottime relazioni con leader del Carroccio Salvini, ma viene considerato con sensibilità anche di centrosinistra e quindi può essere sostenuto da Ianeselli.
Con la sua azione Failoni, e questo è il dato politico più rilevante, ha creato una dialettica interna al centrodestra perché Gianmoena – che in questi anni è stato dialogico con la giunta Fugatti – è sostenuto dal gruppo crescente dei Civici, l’assessore provinciale Gottardi e regionale Daldoss in testa. Dal punto di vista di Failoni (e della Lega?) l’obiettivo è di circoscrivere l’area di influenza della Civica e quindi sottrarli la massima rappresentanza dei Comuni. Viceversa Gottardi&Co difendono la posizione di Gianmoena che in chiave 2028 può essere l’articolazione di un progetto politico che non nasconde le sue ambizioni di ricomposizione di un’area popolare e territoriale.
Da qui l’ultimo atto della contesa, spostare al 13 agosto – come ha raccontato sulle nostre pagine Donatello Baldo – l’assemblea del Cal per traslare la mediazione dall’asse Failoni-Ianeselli a quello Failoni-Gottardi con un ticket che a quel punto sarebbe tra Cereghini (presidente) e Gianmoena (vice). Ossia l’assetto duale dell’ultima legislatura ma a ruoli invertiti. Se così fosse si firmerebbe la tregua nel centrodestra e Ianeselli ne uscirebbe sconfitto.
E Fugatti? Il presidente della Provincia sembra rimanere alla finestra per evitare ingerenze nell’autonomia decisionale dei Comuni. Appunto che in modo più o meno sotterraneo viene mosso agli assessori provinciali interessati al riequilibrio degli enti di rappresentanza dei municipi. Anche se le trattative si fanno sempre in due… Chi sarà eletto, il nuovo gruppo dirigente, dovrà dimostrare nella prassi politico-istituzionale – anche alla luce di queste dinamiche – che opportunità politica e indipendenza possono convivere per un interesse più generale e alimentare una visione d’insieme e di contenuto che ad oggi appare molto fragile.