Arte sostenibile

domenica 10 Agosto, 2025

Ledro Land Art, ecco le nuove opere: funghi misteriosi e riflessioni sul tempo

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Tra gli artisti selezionati, l'italiana Flavia Bucci, il francese Michael Chauvel e il peruviano Karen Macher Nesta

Ci sono luoghi in cui il silenzio ha voce e la voce parla il linguaggio delle radici, dei fili d’erba, dell’acqua che scorre lenta tra i sassi. Luoghi dove il tempo non si conta, ma si ascolta. La Val di Ledro è uno di questi spazi sospesi: un teatro a cielo aperto dove l’arte non si aggiunge alla natura, ma si intreccia ad essa come un filo nella trama del bosco. Qui, tra sentieri ombrosi e radure luminose, l’edizione 2025 di Ledro Land Art porta con sé tre nuove presenze: opere che non si impongono, ma respirano insieme al paesaggio. Forme leggere, pensieri tangibili, segni che dialogano con la terra e con chi la attraversa. Il tema scelto quest’anno è «trama», parola che accoglie molteplici significati: è la struttura invisibile che tiene insieme i tessuti, ma anche la rete relazionale che unisce persone, idee, istituzioni. È un disegno fatto di incroci, di incontri, di direzioni che si attraversano. È un concetto che parla di connessione e di cura, di equilibrio e di trasformazione e che ben rappresenta lo spirito di questo progetto che, anno dopo anno, cresce e si rinnova, facendo dell’arte un’esperienza collettiva e condivisa.

 

58 candidature
Tra 58 candidature arrivate da tutto il mondo, la commissione ha selezionato i progetti di Flavia Bucci (Italia), Michael Chauvel (Francia) e Karen Macher Nesta (Perù), confermando la vocazione internazionale e il respiro culturale di Ledro Land Art. Le opere, visibili a partire dall’estate 2025 lungo il percorso del parco, sono il frutto di una residenza artistica vissuta in stretta relazione con il luogo, con chi lo abita e lo attraversa. «Le opere selezionate – spiega il direttore artistico Massimiliano Rosa – hanno un filo conduttore comune individuato dalla commissione, quello della trama, intesa come struttura fisica e percettiva ma anche simbolicamente come la rete di persone, attività, enti e istituzioni che Ledro Land Art ha saputo costruire negli anni. Il parco aveva bisogno di nuove opere che portassero anche una riflessione concettuale e sensoriale più profonda». Scopriamole insieme. Come un sussurro del sottosuolo, Mycelium si solleva tra gli alberi, rivelando ciò che solitamente resta nascosto: l’invisibile forza della connessione. L’installazione dell’artista francese Michael Chauvel si ispira alla rete sotterranea del micelio, quell’intelligenza diffusa e silenziosa che mette in comunicazione radici, alberi e funghi, permettendo alla foresta di vivere come un organismo unico. I fili bianchi della scultura, sospesi nell’aria e mai a contatto tra loro, evocano una forma fluttuante, in equilibrio tra leggerezza e tensione. Camminandovi sotto, il visitatore è invitato a entrare in un ambiente astratto, quasi onirico, dove luce e ombra si rincorrono, e lo sguardo si perde in un ritmo organico. In questo spazio sospeso, Mycelium non è solo un omaggio alla natura, ma una riflessione sulla nostra interdipendenza, sulla trama invisibile che ci tiene uniti. L’opera è site-specific, pensata per adattarsi al paesaggio, senza modificarlo né sovrastarlo. Come il micelio, si integra nel contesto naturale e ne diventa parte, suggerendo che la vera forza è quella che agisce in silenzio, con umiltà e cura. Sottocielo si manifesta invece come un invito a rallentare, a fare spazio, a svuotare il pieno.

 

Riflessione sul tempo
L’opera di Flavia Bucci, artista e ricercatrice, nasce da una riflessione sul tempo: non quello che si misura con gli orologi, ma quello che si vive con il corpo e con il pensiero. Il tempo della noia, della pausa, del vuoto fertile che permette alle idee di sedimentare e trasformarsi. Composta da una serie di forme leggere, simili a nuvole, l’installazione abita lo spazio come una sospensione. I materiali scelti, delicati e fluttuanti, restituiscono un paesaggio mentale dove ogni elemento sembra sfuggire alla definizione, invitando chi osserva a fermarsi e contemplare. Sottocielo è un piccolo rito di decostruzione: un gesto che rompe la linearità della produttività e restituisce valore all’essenziale. L’opera non cerca di rappresentare qualcosa, ma di creare un ambiente percettivo, uno spazio di pensiero. È una pratica di ascolto, un esercizio di sottrazione che ci insegna a guardare oltre la superficie, dentro i margini del tempo, dove tutto può ancora accadere. Infine l’artista peruviana Karen Macher Nesta porta nel cuore un’opera che parla di fragilità, resilienza e vita nascosta. Breath si ispira al fungo conosciuto come “velo di sposa” – raro, elegante, misterioso. Incontrato una sola volta nel suo habitat naturale, questo fungo ha lasciato nell’artista un’impressione indelebile, trasformandosi in simbolo di un’ecologia silenziosa ma fondamentale. Tre elementi scultorei, realizzati con corda di juta intrecciata e argilla rossa, riproducono le forme eteree del fungo, facendo emergere il dettaglio, l’invisibile, il trascurato. Breath è un atto di resistenza poetica: rende visibile ciò che di solito è ignorato, celebra la bellezza minuta del sottobosco, e ci ricorda che la vita – anche la nostra – si regge sull’opera silenziosa di microrganismi che trasformano, riciclano, restituiscono. Il respiro a cui l’opera allude è quello del mondo naturale, un respiro che ci sostiene, che ci precede, che chiede di essere riconosciuto e protetto. Con Breath, la natura parla attraverso la forma, e chiede attenzione. Non grida, ma chiama. In un tempo che sembra correre sempre più veloce, Ledro Land Art ci offre una pausa necessaria, una soglia da attraversare a piedi nudi. Le nuove opere si fanno trama vivente, tessitura di gesti, pensieri, intuizioni. Sono forme che non vogliono spiegare, ma suggerire; non vogliono occupare spazio, ma generarlo.