La decisione

venerdì 12 Settembre, 2025

Le Olimpiadi portano l’esercito a Trento: primo ok per i militari dell’operazione «Strade sicure»

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Via libera del comitato di ordine e sicurezza pubblica. Ora serve l’ok da parte del Ministero dell’Interno. Ianeselli: «Più sorveglianza nella zona della stazione»

A diciassette anni dall’esordio, l’operazione «Strade sicure» potrebbe arrivare anche a Trento. Un potrebbe che, in realtà, sarebbe più coniugabile all’indicativo che non al condizionale, visto che più o meno tutte le parti con voce in capitolo (Comune e Commissariato del Governo) sono d’accordo. Manca solo un sì, quello del Ministero dell’Interno, che dovrebbe, però, arrivare senza problemi, salvo obiezioni (nell’eventualità clamorose, visto l’orientamento del Viminale su questo tema specifico). A quel punto le divise dei militari dell’esercito si potrebbero vedere, per le prima volta in Trentino, tra le strade, impegnate in un’operazione di sicurezza urbana.
Verso le Olimpiadi
Il tema è stato affrontato ieri mattina, in sede del comitato di ordine e sicurezza pubblica al Commissariato del Governo. Ad aprire la riunione proprio la questione dei servizi di vigilanza e controllo del territorio, con particolare riferimento al centro cittadino del capoluogo.
I presenti (tra gli altri, il questore Nicola Zupo e il comandante provinciale dei carabinieri, Matteo Ederle) hanno ricordato «come siano già stati svolti mirati servizi interforze ad “alto impatto” nel centro cittadino, che hanno visto la partecipazione congiunta delle diverse forze di polizia, con la collaborazione della polizia locale di Trento, e che proseguiranno anche nei prossimi mesi». La svolta potrebbe arrivare con le Olimpiadi invernali. In occasione dell’evento, che vedrà transitare migliaia di persone su Trento (verso gli eventi in val di Fiemme e a Bolzano), il sindaco Franco Ianeselli aveva chiesto l’impiego dei militari dell’operazione Strade Sicure per il controllo delle aree centrali che presentano maggiori criticità, come la stazione ferroviaria ed il perimetro di Piazza Dante: due zone notoriamente «problematiche», nella geografia cittadina, dove l’intervento delle forze dell’ordine (spesso per piccole risse o per spaccio) è all’ordine del giorno. Il Comitato ha accolto la proposta e c’è la piena intenzione, da parte della prefetta Isabella Fusiello di inoltrarla al più presto al ministero di competenza.
21 città sorvegliate
Allo stato attuale, i militari di Strade sicure sorvegliano 21 città, capoluoghi di provincia, e sono operativi prevalentemente nelle vicinanze delle stazioni ferroviarie. Nel corso degli anni, l’operazione non è stata esente da critiche e vale la pena ricordare che l’esercito non può intervenire senza il supporto di una pattuglia delle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, polizia locale). «La presenza dei militari — il commento del sindaco Franco Ianeselli — aumenterebbe la sicurezza e il livello di sorveglianza della zona». Proprio poche settimane fa, il Viminale ha fatto il punto sullo stato dell’operazione: in diciassette anni, sono stati impiegati oltre 6.600 uomini (e donne) su mille siti sensibili (tra cui la Terra dei fuochi) con oltre 60 milioni di controlli effettuati a persone e veicoli e più di centomila soggetti fermati, arrestati o denunciati. Il bilancio delle attività include, inoltre, il sequestro di duemila armi, 17mila veicoli e più di 2 tonnellate e mezzo di sostanze stupefacenti. Al comitato di ordine e sicurezza, si è parlato anche delle farmacie, dopo la rapina (con arresto lampo) a Roncone, nella valle del Chiese. Da parte del Commissariato di Governo è stato ribadito l’impegno di andare avanti con il protocollo sottoscritto l’anno scorso con l’ordine professionale, che prevede, tra le altre cose, l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno dei locali aperti al pubblico.