la storia
giovedì 23 Ottobre, 2025
Lavora in una mensa ma è senza una casa: «Per strada ubriachi mi hanno molestata. La verità è che non dormi mai»
di Simone Casciano
Il racconto della donna: «Non vedo i miei figli tanto quanto vorrei. Ora sono con il loro padre»
Sarah (nome di fantasia) ha un sorriso splendente e una voce dolce e delicata. Sembra quasi un miracolo che sia riuscita a proteggere entrambi con quello che ha passato. Il dolore e la sofferenza non l’hanno resa cinica e sconsolata, è una donna forte che ha imparato a proteggere la sua parte buona, difenderla per donarla poi ai suoi figli, quando li può incontrare. «Vanno tutti e due alle elementari – ci racconta – E qui in Trentino sono molto felici, e io sono felice per loro». Poi però un’ombra oscura il suo sorriso. «Non li vedo tanto quanto vorrei. Ora sono con il loro padre. Io li vedo quando riesco, ma finché non risolvo la mia situazione non è abbastanza».
Sarah è partita dall’Africa subsahariana per arrivare in Trentino anni fa, lavora e ha la residenza a Trento. «Il lavoro precedente l’ho perso proprio perché non avevo una casa – ci spiega – Non riuscivo ad arrivare in tempo, a prepararmi e fare una doccia prima di arrivare a lavoro». Sarah però è riuscita a trovare un nuovo lavoro. «Da un mese circa lavoro in cucina in una mensa e mi piace molto. Sto lottando per tenermi questo lavoro per me è importante. Senza una casa però non è facile». La sua storia in questo è simile a quella di Felicity. Come lei infatti si tratta di una lavoratrice, già inserita nel tessuto della comunità trentina, ma che si trova per strada perché nonostante il lavoro a loro nessuno vuole affittare casa. E questo significa dover appoggiarsi sui dormitori. «Dove però non puoi restare per più di due mesi – racconta Sarah – Io sono uscita dalla Casa della Giovane un po’ di tempo fa e devo restare fuori almeno 30 giorni». Questo significa passare le notti per strada. «È un incubo, è difficilissimo» dice Sarah e mentre il pensiero torna alle notti passate senza un tetto alcune lacrime iniziano a rigare il suo viso. «Per una donna è più difficile. è pericoloso. La verità è che non dormi mai». Sarah raccoglie il coraggio e racconta i momenti più difficili e dolorosi. «Ci sono uomini che vengono a infastidirci, è successo a molte di noi durante la notte. È terribile. Questi uomini arrivano nel cuore della notte, magari dopo aver bevuto, e provano ad assalirci sessualmente. A me è successo e ho dovuto lottare per mandarli via». Il trauma subito è visibile nei suoi occhi e si sente nella voce spezzata. «Ti chiedo solo di resistere ancora alcuni giorni – le dice un attivista – Entro venerdì ti prometto che ti troviamo un posto. Ora però non riusciamo. Tutte le strutture e anche i nostri contatti non hanno spazio». Sarah ringrazia e spiega che, se riesce, dormirà da un’ amica che la ospita quando la sua coinquilina non c’è. Sarah non ha voglia di raccontare con quali sogni era partita per l’Italia anni fa, quello che vorrebbe oggi è solo continuare a lavorare e avere una casa in cui preparare la cena per i propri figli. Un sogno facile da realizzare, basterebbe risolvere l’emergenza casa.
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