La rubrica
martedì 3 Giugno, 2025
L’attaccamento (sano) nei primi anni di vita ci rende adulti più sicuri. La psicologa: «Centrale sentirsi amati e accolti»
di Stefania Santoni
La rubrica PsicoT con Maria Rostagno. «Se da bambini mancano attenzioni il cervello attiva un meccanismo di difesa nell’età adulta»

Cari ragazzi, care ragazze, anche oggi parliamo di qualcosa che riguarda da vicino tutte e tutti noi: la teoria dell’attaccamento. Vi siete mai chiesti perché alcune relazioni ci fanno sentire al sicuro, mentre altre ci mettono in agitazione o ci fanno sentire soli anche in compagnia? La teoria dell’attaccamento ci aiuta proprio a capire come le nostre esperienze affettive — a partire da quelle dell’infanzia — influenzano il modo in cui ci leghiamo agli altri nel corso della vita. Secondo questa teoria, sviluppata dallo psicoanalista John Bowlby, il legame che si crea tra un bambino e chi si prende cura di lui o di lei (come una mamma, un papà, un nonno, una nonna, una persona di riferimento) è fondamentale per lo sviluppo emotivo. Questo legame, chiamato «attaccamento», diventa una sorta di modello che ci accompagna poi in tutte le relazioni future. Per approfondire il tema in modo chiaro e vicino alla vostra esperienza, ne parleremo insieme alla psicologa Maria Rostagno, che ci guiderà tra le diverse forme di attaccamento, ci aiuterà a riconoscerle e ci darà qualche spunto per riflettere su come migliorare il nostro modo di relazionarci con gli altri — e anche con noi stessi.
Maria, perché alcune relazioni ci fanno sentire subito a casa, mentre altre ci mettono in allarme anche se non c’è un motivo evidente?
«Spesso questo dipende da come siamo cresciuti e da cosa abbiamo vissuto nei primi anni di vita. Dentro di noi si crea una specie di “mappa delle relazioni” basata su come siamo stati trattati da chi si prendeva cura di noi. Se ci siamo sentiti amati, ascoltati e accolti, probabilmente oggi ci sentiamo abbastanza sicuri anche nelle relazioni con gli altri. Ma se da piccoli ci sono mancate attenzione, costanza o affetto, il nostro cervello ha imparato a stare all’erta. E anche quando oggi non c’è un pericolo reale, possiamo comunque sentirci agitati o sul chi va là. È un meccanismo di difesa, come se il nostro corpo si ricordasse di quando non si sentiva al sicuro».
Cosa succede quando due persone con stili di attaccamento diversi si innamorano?
«Sì, può funzionare. Ma serve impegno. Quando due persone hanno vissuto esperienze diverse, è normale che abbiano anche bisogni diversi. Per esempio, uno dei due potrebbe avere bisogno di molta vicinanza e rassicurazione, mentre l’altro si sente soffocare facilmente e tende a prendere le distanze. Questo può creare malintesi e momenti difficili, ma non è detto che la relazione sia destinata a fallire. Se entrambi si ascoltano davvero, provano a capirsi e a rispettare i bisogni dell’altro, allora possono costruire qualcosa di solido. A volte serve anche l’aiuto di qualcuno che li accompagni a vedere le cose da un’altra prospettiva, come uno psicologo».
È normale sentirsi «troppo» in una relazione? Perché capita di pensare di essere sbagliati?
«Sì, è molto più normale di quanto si pensi. La sensazione di essere “troppo” spesso nasce da esperienze passate in cui non ci siamo sentiti davvero accolti per come eravamo. Magari da piccoli ci hanno detto che eravamo esagerati quando piangevamo, che dovevamo fare i “forti”, che certi pensieri era meglio non averli. Oppure abbiamo percepito che, per essere amati, dovevamo comportarci in un certo modo, nascondere la parte più fragile di noi. Quando entriamo in una relazione, queste vecchie ferite possono riaprirsi: iniziamo a chiederci se stiamo amando “troppo”, se siamo davvero all’altezza. È come avere dentro una voce che ci mette sempre in discussione. Ma quella voce non ha ragione. Non sei troppo. Non sei sbagliato. Hai bisogno di essere visto, ascoltato, capito. Non c’è nulla di male in questo. Anzi, imparare ad accogliere le proprie emozioni è il primo passo per costruire relazioni più sane e vere. E per volerti bene davvero, così come sei».
il focus
Maria Rostagno: «Il primo legame che costruiamo influenza le relazioni future, anche amorose. Parte tutto da chi si prende cura di noi»
di Stefania Santoni
In questa puntata di «PsicoT», parla la psicologa esperta di relazioni e ferite d’infanzia: «Se le cure sono state incostanti, potremmo aver imparato che dobbiamo faticare per essere amati»