Mondo
martedì 30 Dicembre, 2025
La guerra in Ucraina è costata la vita ad almeno 160 mila soldati russi. E i necrologi sono raddoppiati nell’ultimo anno
di Redazione
Secondo le stime della Bbc i caduti sarebbero molti di più: 352 mila. Tra loro anche Murat Mukashev, attivista pacifista mandato al fronte per punizione
Negli ultimi dieci mesi le perdite russe nella guerra contro l’Ucraina sono cresciute più rapidamente che in qualsiasi altro periodo dall’inizio dell’invasione su larga scala nel 2022. È quanto emerge da un’analisi della Bbc, che segnala un’impennata particolarmente marcata nel corso del 2025.
Con l’intensificarsi degli sforzi diplomatici per arrivare a una tregua, spinti anche dalla pressione dell’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump, nel 2025 sono stati pubblicati sui media russi il 40% in più di necrologi di soldati rispetto all’anno precedente. Finora la BBC è riuscita a confermare i nomi di quasi 160mila militari morti combattendo dalla parte russa in Ucraina.
Il conteggio viene portato avanti da Bbc News Russian insieme al sito indipendente Mediazona e a un gruppo di volontari fin da febbraio 2022. L’elenco include solo le vittime di cui è stato possibile verificare il decesso attraverso comunicazioni ufficiali, articoli di giornale, social network, nuovi memoriali e sepolture.
Secondo gli esperti militari consultati, però, il numero reale dei caduti sarebbe molto più alto: le analisi di cimiteri, monumenti e necrologi coprirebbero solo il 45-65% del totale. Questo porterebbe la stima complessiva delle vittime russe a una cifra compresa tra 243mila e 352mila morti.
Il numero dei necrologi, pur rappresentando una stima provvisoria — alcuni casi necessitano di ulteriori verifiche e vengono poi esclusi — è considerato un indicatore utile per valutare l’intensità dei combattimenti nel tempo.
Il 2025 si è aperto con un dato relativamente contenuto a gennaio, seguito da un aumento significativo a febbraio, quando Donald Trump e Vladimir Putin hanno avviato per la prima volta un contatto diretto per discutere di una possibile fine della guerra. Un nuovo picco si è registrato ad agosto, in coincidenza con l’incontro tra i due presidenti in Alaska, interpretato da molti come un successo diplomatico per Putin e come un segnale della fine del suo isolamento internazionale.
In ottobre, dopo il rinvio di un secondo vertice russo-americano, e soprattutto a novembre, quando gli Stati Uniti hanno presentato un piano di pace articolato in 28 punti, il numero medio di necrologi ha raggiunto 322 al giorno, il doppio rispetto alla media del 2024.
Attribuire l’aumento delle perdite a un solo fattore è difficile. Tuttavia, secondo la BBC, il Cremlino considera le conquiste territoriali uno strumento per rafforzare la propria posizione negoziale con Washington. Lo ha ribadito anche Yuri Ushakov, consigliere di Putin, sottolineando che i “recenti successi” sul campo avrebbero avuto un impatto positivo.
Tra le vittime figura anche Murat Mukashev, un uomo che aveva sperato in una rapida pace e che invece ha perso la vita. Attivista e critico del Cremlino, Mukashev non aveva mai sostenuto le politiche di Putin. Negli anni aveva partecipato a manifestazioni contro la violenza della polizia e la tortura, a cortei per i diritti LGBT e per la liberazione di Alexei Navalny, morto in carcere nel 2024. Dal 2022 aveva condannato apertamente sui social l’invasione dell’Ucraina.
All’inizio del 2024 Mukashev è stato arrestato vicino a casa, a Mosca, con l’accusa di traffico di droga su larga scala. Durante il processo, secondo amici e familiari, gli sarebbe stato proposto un contratto con il ministero della Difesa. Una pratica ormai diffusa: una legge del 2024 consente infatti agli imputati di evitare la condanna penale arruolandosi nell’esercito, un’opzione allettante in un Paese dove il tasso di assoluzione è inferiore all’1%.
Mukashev ha rifiutato. Il tribunale lo ha condannato a dieci anni in una colonia penale di massima sicurezza. Pochi mesi dopo, il suo nome è entrato nell’elenco dei caduti.
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