Economia
sabato 31 Maggio, 2025
La Cantina La-Vis verso i 28 milioni di fatturato
di Daniele Benfanti
L'ipotesi di bilancio all'assemblea «informale». Patton: «Dazi? Il vero problema è l'incertezza data dagli annunci»

Assemblea della Cantina La-Vis, nel pomeriggio di ieri, venerdì 30 giugno. Un passaggio piuttosto tecnico, per i 150 soci presenti, sui 675 soci conferitori della realtà cooperativa lavisana.
Si è trattato, infatti, di un’assemblea in parte ordinaria e in parte straordinaria, convocata nella sede della Cantina in Via del Carmine a Lavis.
«Abbiamo effettuato alcuni passaggi tecnici necessari» spiega il presidente della realtà vinicola cooperativa, Pietro Patton.
«Sono stati eliminati alcuni vecchi vincoli sui tassi d’interesse per i soci, ancora legati all’epoca in cui la Cantina fu commissariata» precisa.
Idem dicasi per alcune «regole che riguardavano i soci sottoscrittori e i rapporti mutualistici», aggiunge Patton: «Abbiamo pulito lo Statuto da alcuni riferimenti all’articolo 67 della legge fallimentare, introdotti dal commissario di allora, Girardi. Ma dal 2020, come si sa, lo stato di crisi della cantina è chiuso». Un’assemblea di routine, quindi, in vista della chiusura dell’anno economico il prossimo 30 giugno.
«La cantina è in salute e il primo obiettivo è mantenere l’equilibrio e le posizioni raggiunte» spiega ancora Patton.
La congiuntura internazionale è in chiaroscuro, quindi non sono all’orizzonte voli pindarici. «La situazione internazionale è incerta. «I dazi? In assemblea non ne abbiamo parlato, ma più che i dazi stessi preoccupano i continui annunci che destabilizzano» prosegue Patton.
Il fatturato del 2024-25 va a stabilizzarsi, comunque, intorno alla cifra del bilancio dell’anno precedente, ovvero sui 28 milioni di euro.
La cooperativa vinicola La-Vis trae le sue origini nel 1850 quando la famiglia Cembran edificò il primo nucleo della sua attuale struttura produttiva.
Nacque poi ufficialmente nel dopoguerra, nel 1948, per opera di 14 intraprendenti viticoltori e si è in seguito ingrandita e rafforzata anche attraverso l’acquisizione di altre realtà produttive, come la fusione con la cooperativa altoatesina di Salorno nel 1969 e quella, più recente, con Valle di Cembra Cantina di Montagna nel 2003.
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