Casa
lunedì 1 Settembre, 2025
Itea, piovono le revoche degli alloggi popolari: 275 sono dovute all’Icef alto
di Tommaso Di Giannantonio
L'interrogazione del consigliere Zanella: «La nostra moratoria ha salvato 184 famiglie. Il nuovo piano della giunta? Solo chiacchiere»

Nel 2023 e nel primo semestre del 2024 ben 184 famiglie si sono viste sospendere la revoca dell’alloggio Itea grazie all’innalzamento temporaneo dell limite Icef da 0,34 a 0,40. Il dato emerge dalla risposta dell’assessore provinciale alla casa Simone Marchiori all’interrogazione del consigliere del Pd Paolo Zanella, il quale rivendica la moratoria proposta e poi approvata nella manovra di assestamento del 2023, prorogata fino al 31 dicembre di quest’anno. «Scaduta la sospensione, i provvedimenti torneranno attivi, se non si indicizzeranno definitivamente le soglie. La giunta pensa di farlo? O si prosegue con proroghe lasciando gli inquilini nell’incertezza ed espellendo sempre più persone dall’accesso e mantenimento di alloggi popolari?», chiede provocatoriamente Zanella in un comunicato stampa.
Oltre 260 revoche in sei mesi
Nel 2023, in particolare, Itea ha emesso 153 provvedimenti di revoca, 75 dei quali sono scattati a seguito del superamento della soglia Icef (0,34) da parte della famiglia: fra questi, 13 sono stati adottati e poi ritirati in corso d’anno; mentre 62 sono ancora attivi, di cui «18 risultano sospesi per effetto dell’innalzamento temporaneo della soglia Icef al valore di 0,40», si legge nella risposta di Marchiori.
Nei primi sei mesi del 2024, invece, i provvedimenti di revoca sono stati 264, 200 dei quali legati al superamento Icef: in questo caso «166 risultano essere sospesi» per effetto della moratoria. In totale, dunque, 184 famiglie si sono salvate dallo sfratto grazie all’incremento temporaneo del limite Icef. A cui se ne aggiungono altre 55 che si sono viste prorogare il contratto temporaneo d’urgenza.
Mancata indicizzazione
Però «le modifiche del regolamento di Itea non toccano la questione indicizzazione Icef che serve per la richiesta di alloggio, per la conferma annuale e per il calcolo del canone di locazione — attacca il consigliere del Partito Democratico — Questione che non si è voluto affrontare con la riforma dell’Icef e che non vuole essere affrontata agendo sulle soglie. Le risposte arrivate a due mie interrogazioni datate luglio e settembre 2024 provano il legame tra mancata indicizzazione e, da un lato, l’aumento dei canoni e, dall’altro, il mantenimento dell’alloggio. Nel primo caso l’aumento dei canoni nel primo semestre 2024 risulta essere stato del 10% rispetto allo stesso periodo del 2023 a causa di un aumento medio dell’Icef di 0,02 punti, legato a retribuzioni che crescono (ma meno dall’inflazione, lasciando le persone più povere dal punto di vista reale), mentre calcolo e soglie dell’Icef non vengono indicizzate. Si è quindi corso ai ripari con una delibera di inizio agosto per ridurre i canoni per i nuclei con Icef maggiore di 0,23».
«Cambiare le regole»
Il consigliere dem mette in luce anche un ulteriore aspetto legato alla proposta di modifica del regolamento delle assegnazioni degli alloggi Itea, che è stata già anticipata al Comitato provinciale sulla condizione abitativa e che tra qualche giorno, giovedì 4 settembre, approderà in Commissione. «Una modifica — sottolinea Zanella — che vede l’assegnazione con un sistema più snello di matching tra domanda e offerta di alloggi, che può in linea generale anche essere condivisibile, ma che presenta alcune problematicità. La principale è che di fatto non verrà più fotografato il reale fabbisogno abitativo, perché chi non troverà nel territorio in cui vive o dove è disponibile a vivere alloggi adeguati alla composizione del proprio nucleo familiare o alla propria condizione non farà domanda. Un escamotage per far aumentare surrettiziamente la risposta al fabbisogno abitativo, agendo impropriamente sul contenimento della domanda».
«Recupero impossibile»
Infine, per quanto riguarda il piano di recupero degli alloggi presentato da Itea nei giorni scorsi, «come si pensa di abbattere gli alloggi di risulta fermi da anni ristrutturando 480 alloggi nel 2025, 530 nel 2026 e 555 nel 2027, se solo gli alloggi che vengono riconsegnati annualmente sono oltre 400? Solo chiacchiere».
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