il diverbio

sabato 30 Dicembre, 2023

Investono due milioni per rilanciare Capanna Cervino, ma il fratello blocca i passaggi. E la struttura resta isolata

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Il gestore degli impianti fa valere il divieto di passaggio sulle piste bloccando così l’accesso degli sciatori al rifugio

Chi va in montagna ama la fatica, è pronto ad affrontare salite e sentieri: ciò che non sarebbe normale è che per raggiungere la propria meta, si debba superare divieti e ostacoli artificiali messi a posta per complicare la vita o addirittura impedire il passaggio delle persone. Eppure è proprio quello che sta succedendo ai gestori e ai visitatori di Capanna Cervino sul Passo Rolle. La struttura, che normalmente si può raggiungere proprio dal passo oppure dalla val Venegia, partendo dal Pian dei Casoni e facendo il giro ad anello con baita Segantini, si trova infatti tagliata fuori dal 26 dicembre. «Io mi trovavo in rifugio la mattina perché avevo dormito lì – dice Elena Mich, titolare della Capanna Cervino – .Quando mia sorella mi ha avvisato che dalla statale tutti gli accessi erano transennati in modo che non si potesse salire da noi o a baita Segantini, e anche a monte erano state messe le reti in modo che né gli sciatori né i camminatori potessero arrivare da noi».

Tutto questo in un 26 dicembre splendido, che sarebbe stato sicuramente un giorno di grande afflusso e che invece è stato al ribasso, così come i giorni successivi visto che il problema continua ad esistere. «Abbiamo fatto circa il 30-40% degli afflussi normali, e considerato che anche per queste problematiche baita Segantini è chiusa, era invece normale aspettarsi un risultato migliore degli anni precedenti, invece abbiamo più che dimezzato». L’interdizione è frutto dell’azione del gestore degli impianti del Passo Rolle e delle piste che passano accanto alla struttura: l’uomo è il fratello della titolare. È stato lui a interdire il passaggio con cartelli, divieti e anche avvisando camminatori, scialpinisti e turisti che rischiavano una contravvenzione, attraverso gli altoparlanti dell’impianto.

«Tra di noi i rapporti sono complicati ma non è questo il punto – dice Elena Mich –. La questione è che viene impedito l’accesso alla nostra struttura, un rifugio che ha la licenza per operare sia d’estate che d’inverno e su cui io e mia sorella abbiamo fatto un investimento di rinnovamento di 2 milioni di euro». L’interdizione sarebbe stata fatta sulla base delle due concessioni dell’impianto. «Da un punto di vista normativo lui ha ragione in questo momento. Non a transennare tutto il sentiero che parte dalla statale, ma può interdire il punto di passaggio tra il sentiero e la pista Castellazzo 3. Si tratta però solo di un punto critico: la situazione si può risolvere. Sono anni che chiediamo alla Provincia di intervenire». L’assessorato e l’ufficio al demanio infatti, secondo Mich, potrebbero risolvere velocemente la questione.

«Entrambe le concessioni dicono che possono essere modificate in qualsiasi momento se un tratto viene riconosciuto di pubblica utilità. Questo passaggio lo è, serve a raggiungere non solo noi, ma anche baita Segantini e la Val Venegia. Se non è pubblica utilità questa, con centinaia di turisti, allora non so cosa sia». Un intervento è necessario al più presto, secondo la titolare, per proteggere tutto il turismo del Passo Rolle. «Sappiamo che in questa zona il turismo invernale vive una certa difficoltà, ma è anche vero che il giro delle malghe e baita Segantini davanti alle Pale sono uno dei luoghi iconici della montagna trentina e del turismo. Così invece si fa una brutta figura con i turisti e si mettono in difficoltà anche gli albergatori della zona». La richiesta alla Provincia è quella, allora, di fare un veloce intervento di buonsenso. «Noi non chiediamo di togliere le piste chiediamo solo un passaggio, c’è spazio per tutti».