L'inchiesta
venerdì 22 Agosto, 2025
Incidente ferroviario a Trento Nord, il dubbio sui freni
di Patrizia Rapposelli
Indagato il macchinista, sospettato di aver azionato il locomotore senza accertarsi che i 40 vagoni fossero bloccati

È indagato con l’ipotesi di delitto colposo di pericolo. Rischia tanto il macchinista del treno di Merci Italia, dopo lo scontro con un regionale mercoledì mattina a Trento nord. La procura ha aperto l’inchiesta e non sono escluse ulteriori responsabilità.
Accertamenti in corso
Le indagini ruotano attorno a una domanda. Come è stato possibile che un convoglio merci si sia mosso da solo indietro per centinaia e centinaia di metri? Vicino all’ipotesi di un guasto al sistema bloccante del treno, c’è la possibilità di un errore umano.
Il macchinista avrebbe acceso il locomotore in testa ai quaranta vagoni merci, carri carichi di cellulosa, poi sarebbe sceso dal treno per altre procedure.
È stato in quel momento che il convoglio di seicento tonnellate ha preso velocità, muovendosi verso sud «contromano», finendo la sua corsa contro il regionale 166666, partito alle 8.05 di mercoledì dalla stazione di Trento e diretto a Bolzano, che portava quarantacinque passeggeri e che grazie al segnale di allerta si è fermato. Il punto è che il dipendente di Rfi potrebbe non aver messo in sicurezza il convoglio azionando il freno di stazionamento e staffe per evitare che si mettesse in movimento in autonomia. Ma c’è anche la possibilità di un mancato controllo da parte di chi avrebbe dovuto sorvegliare il treno all’interporto. Fortunatamente quello che poteva trasformarsi in un disastro ferroviario si è risolto con sei feriti lievi e una giornata da dimenticare con la ferrovia del Brennero bloccata fra Trento e Mezzocorona per nove ore.
Cos’è successo?
Facciamo un passo indietro. Erano circa le 8.30 di mercoledì quando si è verificato l’incidente ferroviario, nella zona nord del capoluogo. Il treno merci, diretto a nord, si trovava allo scalo ferroviario di Roncafort.
Il regionale veloce era partito da poco dalla stazione di Trento e al momento dell’impatto era fermo: il semaforo al binario all’altezza di via Vittime delle Foibe segnava il «rosso» e stava attendendo il via libera per ripartire.
È lì che è avvenuta la collisione, i carri merci hanno colpito la locomotiva del treno viaggiatori. L’urto ha provocato l’uscita dai binari di una sola carrozza del convoglio e alcune persone a bordo sono rimaste leggermente contuse. Grazie anche alla prontezza del macchinista che, pur non potendo evitare l’impatto, ha allertato assieme al capotreno i passeggeri, invitando quelli del primo vagone a spostarsi nel secondo per mettersi in sicurezza. Ma è successo tutto talmente veloce che alcune non hanno nemmeno fatto in tempo ad alzarsi dai sedili e altri sono finiti a terra.
Caso nazionale
L’incidente è diventato subito un caso nazionale. Tanto che il ministro dei trasporti Matteo Salvini ha inviato una comunicazione tramite il suo ministero in cui ha promesso una verifica approfondita sulle cause per chiarire dinamiche e responsabilità sull’accaduto.
Il fatto è che mercoledì si è sfiorata la tragedia e sul caso sono intervenuti anche i sindacati.
Le segreterie sindacali regionali del Trentino Alto Adige di Cgil, Cisl e Uil oltre ai sindacati Ugl, Fast, Asgb e orsa in un comunicato hanno espresso massima vicinanza e solidarietà nei confronti dei viaggiatori e al personale coinvolto nell’incidente ferroviario. Anche i rappresentanti sindacali chiedono chiarezza su quanto accaduto a Trento nord. Fatto sta che sul luogo dell’incidente si sono alternati i tecnici di Rete ferroviaria italiana, la polizia ferroviaria di Trento, il personale della scientifica della questura, i vigili del fuoco del corpo permanente.
Le indagini proseguono e non resta che attendere per capire cosa sia successo su quel binario dove si trovavano entrambi i treni.