Politica
martedì 3 Giugno, 2025
In consiglio provinciale scintille sulla crisi di maggioranza. Fugatti «Ho solo applicato la legge»
di Davide Orsato
Accuse incrociate tra Cia e Gerosa. Degasperi: «I post fascisti li ha portati al governo proprio il presidente Fugatti»

Al primo consiglio provinciale dopo la crisi di giunta che ha portato alla rimozione di Francesca Gerosa (Fratelli d’Italia) dalla vicepresidenza è scoppiata la bagarre. A tenere banco proprio la questione interna alla maggioranza. Il dibattito si è aperto dopo la comunicazione di rito da parte del presidente Maurizio Fugatti. «Il presidente della Provincia – ha esordito Fugatti – ha la facoltà in base alla legge di delegare le competenze agli assessori e un implicito potere di revoca. La legge, inoltre, non impone nessuna comunicazione». In altre parole, il presidente avrebbe applicato le sue facoltà e non deve dare spiegazioni.
Le parole di Fugatti non sono passate inosservate. Francesco Valduga, portavoce dell’opposizione dell’alleanza democratica autonomista, ha sottolineato come come «i trentini hanno necessità di capire quali sono le motivazioni di questa decisione, per escludere che si tratti di un provvedimento ad personam».
Per Filippo Degasperi, Onda, «l’informativa di oggi del presidente è una presa in giro che mette in imbarazzio il Consiglio. Evidentemente, il presidente ha usato le sue prerogative per farsi gli affari suoi. Va ricordato che è stato proprio Fugatti a portare al governo del Trentino i post fascisti, quando avrebbe dovuto sapere che avrebbero condizionato l’autonomia alle corporazioni romane».
Ma lo scontro vero è stato tutto all’interno del centrodestra. Per Daniele Biada, ultimo consigliere, assieme Gerosa, rimasto con Fratelli d’Italia, «la coalizione è nata con l’accordo che Francesca Gerosa sarebbe stata vicepresidente». Quanto alla diretta interessata, si è rivolta direttamente a Fugatti dicendo: «Non è togliendo qualche delega che si può cambiare la visione del Trentino di un assessore. Continuerò a lavorare a testa alta, finché me ne sarà data la possibilità». Poi lo scontro con un ex, arrabiatissimo, di Fratelli d’Italia, Claudio Cia, ora nel gruppo Misto. «Chi conosce com’è andata dietro le quinte – spiega Cia – sa che la scelta della vicepresidenza, prima delle elezioni è stata fatta a Roma». «Non eri nemmeno d’accordo su ricandidare Fugatti, avevi chiesto, proprio a Roma, di non ricandidarlo». Una versione ulteriormente smentita da Cia. Ultimo a intervenire nuovamente Biada, che ha ricordato come, alla luce delle ultime elezioni comunali, il centrodestra «vince solo se unito».
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