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martedì 7 Ottobre, 2025

Ilaria Salis salva per un voto: a fare la differenza il gruppo dei Popolari

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Nel pomeriggio la votazione in parlamento europeo: Lega furiosa

Ilaria Salis salvata per un voto di scarto. Fino all’ultimo tutti hanno trattenuto il respiro e nessuno ha osato fare pronostici sulla votazione in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo per difendere o meno l’immunità dell’europarlamentare di Sinistra italiana. Su 628 partecipanti, hanno votato a favore 306, contro 305 e 17 astenuti. Sulla carta i numeri erano a sfavore di Salis.

La somma dei voti dei gruppi a suo sostegno (Socialisti, Renew, Verdi e The Left) sarebbe arrivata a 312, mentre le destre (Ppe, Patrioti, Ecr e Ens) potevano contare su 375 voti, senza contare i 32 dei non-iscritti, molti della galassia delle destre. Il voto segreto, chiesto e ottenuto dal centrosinistra, ha salvato Salis. Anche se non sono mancati colpi di scena. Subito dopo l’annuncio dei risultati, l’eurodeputato ceco del Ppe Tomás Zdechovski, ha denunciato il malfunziomento della scheda voto e chiesto di ripetere la scelta: richiesta respinta dalla presidente Roberta Metsola.

«Siamo tutti antifascisti», è stato il commento a caldo dell’eurodeputata, che ha definito il voto «una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l’antifascismo» e ha chiesto di occuparsi ora di un’altra attivista, Maja, «detenuta nelle carceri ungheresi in condizioni vergognose e sottoposta a un processo farsa dove viene trascinata in catene come una bestia». Salis è accusata dalle autorità ungheresi di aver partecipato all’aggressione di due attivisti neonazisti nel febbraio 2023 durante una contromanifestazione a Budapest nel Giorno dell’Onore, una rievocazione storica di omaggio a militanti filonazisti. Arrestata l’11 febbraio 2023, ha passato 15 mesi in carcere a Budapest, durante i quali sono state sollevate molte critiche per le sue condizioni. Per ottenere la sua liberazione, è stata poi candidata dall’Alleanza Verdi-Sinistra alle Europee, facendo il pieno di preferenze e risultando eletta.

Lei stessa, tramite i suoi legali, chiede di essere processata in Italia, probabilmente sapendo che non ci sono molte possibilità che il governo si metta ad aprire un altro capitolo spinoso in contrapposizione con Budapest.

La caccia ai franchi tiratori non si è fatta attendere. I principali sospetti su chi non abbia rispettato le indicazioni del gruppo sono ricaduti sui Popolari. I Patrioti, dove siedono Fidesz, il partito del premier ungherese Orban, la Lega e Rassemblement National non hanno mai smesso di invocare il carcere per l’eurodeputata. E proprio dalla Lega sono partiti molti attacchi ai colleghi Popolari, accusati di averla salvata nel segreto dell’urna. «Qualcuno che si dice di “centrodestra” ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!», ha scritto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Parole che hanno provocato uno scontro con il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha ribattuto: «Le chiacchiere stanno a zero. Le calunnie non le accettiamo, gli insulti non li accettiamo. Non c’è nessuno che tradisce, nessuno che fa giochi strani».