Val di Fassa
domenica 25 Giugno, 2023
Il sindaco di Moena: «Il problema è il turismo pendolare. Ora stiamo analizzando i flussi di traffico»
di Ambra Visentin
Sovraffollamento turistico, la ricetta del primo cittadino Alberto Kostner: «Bisogna incentivare i turisti che si fermano, garantendo determinati servizi»
«Il problema fondamentale è il turismo pendolare». Alberto Kostner, sindaco di Moena, individua nel transito giornaliero di turisti che non soggiornano nel territorio, il cuore della questione «overtourism» (sovraffollamento turistico). Gli «intasamenti e il traffico, con il conseguente inquinamento» sarebbero strettamente legati al posizionamento del territorio: da un lato la vicinanza alla regione Vento, dall’altro l’afflusso di turisti che fanno base in Val d’Adige e raggiungono la Val di Fassa per trascorrere lì la giornata. «Questo tipo di turismo ha più svantaggi che vantaggi – spiega il sindaco – l’ideale sarebbe incentivare i turisti che si fermano, garantendo determinati servizi a chi alloggia nelle località».
Si torna in qualche modo a parlare di gestione della viabilità e di numero chiuso: «Occorre capire, ad esempio, quante sono le vetture e i parcheggi legati alle strutture ricettive e quanti sono quelli che possiamo garantire a chi non alloggia, contingentando questi ultimi e offrendoli come servizio a pagamento».
Ci sono, poi, i veicoli dei turisti che transitano senza fermarsi nelle località: «Moena gode di una situazione idilliaca, in quanto siamo l’unico paese che, grazie alla vicina circonvallazione, non è interessato da questi transiti intesi».
Nonostante i comuni stiano discutendo della questione, sembra difficile trovare una soluzione a stretto giro, a causa delle diverse tipologie di turista che le strutture accolgono e dunque alle differenti esigenze: «È necessario fare una ricerca approfondita sui flussi». Per analizzare la situazione, le telecamere agli ingressi della valle potrebbero fornire informazioni preziose in un’ottica di «censimento del traffico». Come ci spiega Paolo Grigolli, direttore generale dell’Azienda per il turismo (Apt) Val di Fassa, ci si sta già muovendo in questo senso: «La chiusura, ad oggi, non è un’opzione. Stiamo portando avanti un monitoraggio della viabilità e dei flussi, indispensabile per poter prendere una decisione su come procedere. I primi dati saranno disponibili entro il 2024». Non solo, per affrontare la problematica la Val di Fassa avrebbe già introdotto delle misure atte ad «incentivare la mobilità alternativa a fondovalle, con navette e una dinamica di card per il trasporto in alta quota». Ci sarebbe alla base un problema strutturale dovuto all’arteria stradale principale di vecchia costruzione: «Fino a qualche anno fa non se ne parlava. Se non altro ora si comincia a studiare la situazione», conclude Grigolli.
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