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domenica 1 Giugno, 2025

Il rettore Deflorian: «Gaza e accuse all’università: il limite è stato superato»

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Parla il magnifico: «Mi ha fatto impressione sentire insulti anche nel corso di una manifestazione a cui hanno partecipato molte famiglie. Azione universitaria, martedì incontreremo i rappresentanti»

Una serie di accuse protratte nel tempo tanto gravi quanto false. Questo quello che ha spinto il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian a pubblicare sull’UniMag, il portale di informazione dell’ateneo, un editoriale, dal titolo «Per la Palestina e l’antifascismo» in cui chiariva la sua posizione. Deflorian spiega che regolarmente si sono svolte manifestazioni che «prendono di mira anche l’Università di Trento come istituzione e me personalmente come rettore. “Deflorian corresponsabile del genocidio di Gaza”, “l’Università come luogo di guerra”, accuse di sionismo all’ateneo trentino e molto altro ancora: sono affermazioni che abbiamo letto scritte sui muri. Slogan che abbiamo sentito scandire molte volte». Deflorian ha deciso che fosse «ora di ribellarsi a queste aberranti calunnie. Affermare che l’Università di Trento sia collusa con la guerra a Gaza è grottesco, segno di imperdonabile ignoranza e totalmente falso».

 

Rettore come mai ha deciso di scrivere ora questo editoriale?
«Le accuse alla mia persona e all’Università si protraggono da tanto tempo, fa anche parte del gioco delle parti e per questo abbiamo sopportato. Le accetto quando arrivano da gruppi estremisti. Però è successo che fossero ripetute anche venerdì nel corso di un partecipato corteo per la Palestina. Ecco che in quel contesto, durante un corteo in cui c’erano famiglie e bambini, in un contesto variopinto e dai contenuti condivisibili, venissero di nuovo lanciate queste accuse all’ateneo è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. Faccio anche fatica a comprendere questi attacchi. È vero e naturale che abbiamo condannato i fatti del 7 ottobre, ma ci siamo espressi, con anche maggiore fermezza, contro la reazione spropositata di Israele che ha causato più di 50mila morti. Noi non supportiamo Netanyahu, anzi lo critichiamo e ad oggi le collaborazioni con le università Israeliane sono sospese. Non capisco di cosa siamo accusati, ma visto che a ripetere una bugia 10 volte si corre il rischio che venga presa per vera ho deciso di intervenire».

 

Ecco può fare chiarezza sul tema delle collaborazioni?
«Certo, bisogna intanto fare una distinzione tra le collaborazioni tra enti, come sono quelle tra Unitn e altri atenei, che permettono lo scambio di studenti, di professori e di conoscenze, e poi le collaborazioni di ricerca dei singoli ricercatori. Al momento le collaborazioni istituzionali, per motivi di sicurezza, sono congelate. Discorso diverso per le collaborazioni singole, io non so se un nostro docente o ricercatore in questo momento sta collaborando con un collega di Tel Aviv a qualche lavoro e anche se ne venissi a conoscenza non potrei fermarlo perché la Costituzione protegge la libertà della ricerca e per fortuna che è così! Vorrei che si capisse che quando abbiamo relazioni con degli atenei noi non stiamo esprimendo giudizi sui loro governi. Abbiamo rapporti con le università in Iran».

 

Vi hanno accusato di avere due pesi e due misure diverse con Russia e Israele.
«Altro punto che mi fa piacere chiarire. Giusto o sbagliato che sia la verità è che i due pesi diversi li hanno avuti l’Italia e l’Ue, che hanno sanzionato i russi e non gli israeliani. Senza una linea nazionale noi quello che possiamo fare lo stiamo facendo. In collaborazione con la rappresentanza studentesca abbiamo organizzato dibattiti, condiviso appelli.
Abbiamo avuto, e abbiamo tutt’ora che sono rase al suolo, relazioni con le università palestinesi di Gaza La mia speranza è che un giorno potremo avere relazioni con le università di uno stato palestinese, ma non dipende da noi».

 

Passiamo alla questione di Azione Universitaria. Quali sono i prossimi passaggi formali?
«Ho chiesto chiarezza e stiamo lavorando per questo. Martedì mattina incontreremo i rappresentanti di Azione Universitaria in rettorato. Dovranno chiarirci due aspetti. Il primo è se i contenuti intolleranti di quelle chat sono posizioni di singoli o rispecchiano quelle dell’associazione. Se rispecchiassero quelle di Au, allora sarebbe in violazione del nostro codice etico. Se fossero posizioni di singoli si valuteranno altre azioni, qualora siano nostri studenti. La seconda questione riguarda invece l’apartiticità di Azione Universitaria. L’associazione si era dichiarata tale modificando il suo statuto, ma dalle chat emerge un legame organico con Gioventù Nazionale e FdI. Chiederemo chiarimenti e qualora rimanessimo convinti di questo legame, prenderemo le azioni necessarie. Sia chiara una cosa essere “partitica” squalificherebbe Au come associazione accreditata, quindi che riceve finanziamenti e l’ateneo non finanzia partiti, ma potrebbe continuare a essere un’associazione che fa la sua attività e presenta liste elettorali, senza essere accreditata. Chiariremo questi aspetti e sulla base del confronto ci saranno poi le azioni conseguenti, niente di drammatico, ma in coerenza con i nostri valori. Non vogliamo associazioni che professino e divulghino valori razzisti, omofobi, fascisti o di intolleranza».