Centrosinistra
domenica 25 Giugno, 2023
Il futuro di Futura secondo Paolo Zanella: «Verso il Pd ma senza scioglierci»
di Donatello Baldo
Il consigliere provinciale precisa: «Nel caso di una lista unica mantenere il nome non sarebbe dirimente. Non vogliamo fare un cartello elettorale»

«Sono in corso interlocuzioni», ammette il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella, confermando quanto scritto ieri sul «T» dell’ipotesi di un avvicinamento al Pd, che potrebbe concretizzarsi anche nella candidatura di alcuni esponenti di Futura nella lista dem alle prossime elezioni provinciali.
Il Pd lascia però intendere che sarebbe meglio che ciascuno facesse la sua lista, anche in funzione strategica per coprire molto più elettorato.
«È evidente che l’obiettivo è quello di vincere, ma il ragionamento non può essere solo strategico. Certo strategicamente è importante che Futura ci sia, perché un elettorato che si riconosce nei nostri posizionamenti c’è. Ma la forma non è detto debba essere quella di una lista a se stante, al di là della difficoltà che tutti oggi hanno a fare liste sensate».
Dice che la questione è politica quindi?
«Certo, questo è il punto. L’idea prevalente al nostro interno è di costruire con il Pd una lista forte, frutto di un ragionamento politico. Che vada però oltre la dimensione elettorale, perché indipendentemente se si farà oppure no una lista assieme, il tema di un riavvicinamento è giusto porlo».
Perché ora?
«Perché di fatto un percorso è già stato avviato con il nostro appoggio a Elly Schlein nella sfida nazionale per la segreteria, con l’impegno comune di Pd e Futura in Consiglio provinciale su molti temi, sopratutto quelli dei diritti civili e sociali, noi in particolare sul tema della casa. Le elezioni possono diventare una tappa di questo percorso. Che non è nemmeno inedito, anzi è quasi la conseguenza naturale di un’evoluzione del quadro politico».
In che senso?
«L’allargamento del Pd ad altre realtà politiche e sociali è nella tesi congressuale che ha portato Elly Schlein alla segreteria. Che quando si è candidata alle politiche lo ha fatto da indipendente, non era del Pd, ma proveniva dalla lista civica Emilia Romagna Coraggiosa. E poi sono confluiti nel Pd anche quelli di Articolo 1, sciogliendosi, ma dopo le elezioni e anche loro dopo un percorso di riavvicinamento».
Quindi l’ipotesi è entrare nel Pd sciogliendo Futura?
«Credo sia più sensato ragionare su questo a valle di un percorso condiviso. Non avrebbe senso così, d’emblée. È necessario un riavvicinamento sui temi, sulle proposte, disegnando assieme un quadro politico la cui cornice c’è già. Anche per non perdere parte del nostro elettorato, che altrimenti non capirebbe».
Per capirsi. Se fosse candidato e fosse eletto, entrerebbe nel gruppo consiliare del Pd?
«Certo. Ma Futura come associazione politica rimarrebbe per portare avanti quel percorso di cui parlavo. Con la prospettiva di una eventuale confluenza politica nel Pd. Ma non deve diventare un fatto tecnico, deve essere un ragionamento politico».
Il Pd che dice nelle interlocuzioni?
«Anche per loro è un tema da discutere e approfondire. Un dibattito che vede favorevoli e contrari, dibattito che rispettiamo profondamente».
Sarà lei semmai il candidato?
«Io sono a disposizione, se serve ci sono».
E nel caso di una lista unica, chiederete di avere il nome di Futura nel simbolo?
«Non mi sembra dirimente, per lo meno dal mio punto di vista non lo è. Futura e Pd assieme non sarebbero un cartello elettorale, vorrei che questo fosse molto chiaro».
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