mercoledì 5 Novembre, 2025

«Il ciclismo resta ai margini»: Renato Beber (FciTrento) critica i nuovi progetti sportivi a sud di Trento

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Il presidente del Comitato trentino della Federazione Ciclistica Italiana esprime delusione per il piano di urbanizzazione presentato da Fugatti e Ianeselli: «Le nuove opere non rispondono alle esigenze del movimento ciclistico e rischiano di lasciare indietro i giovani».

I nuovi progetti di impianti sportivi previsti su Trento a San Vincenzo, con campi da calcio, stadio e ciclodromo, e in Destra Adige, con il nuovo Palazzetto, hanno lasciato alcuni delusi: tra cui il comitato trentino della Federazione ciclistica italiana.

Il presidente del Comitato FCI di Trento, Renato Beber, esprime sorpresa e preoccupazione per le recenti proposte urbanistiche annunciate dal presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti e dal sindaco di Trento Franco Ianeselli, che prevedono una vasta riqualificazione delle aree a sud della città.

Beber spiega che, al momento, il progetto «non risponde alle proposte e alle esigenze del movimento ciclistico trentino e, in particolare, della nostra base giovanile». Il piano prevede infatti una pista ciclabile intorno a una distesa di campi sportivi, un “pump track” – «confidiamo almeno che quello sia costruito per ospitare eventi importanti» – e un anello collegato a un tracciato circolare più grande di circa 2,5 chilometri, che racchiuderà tutti i 24 ettari dell’area di San Vincenzo.

«Questo lotto fa parte di altri ragionamenti? Di altri finanziamenti? Ci sono margini per tenere aperto il dialogo e capire cosa si intende, su come strutturare il ciclodromo o bike park?» si chiede il presidente del comitato trentino. «Perché diversamente – aggiunge – ci domandiamo a cosa siano serviti incontri, mozioni, manifestazioni, impegni e promesse, se il risultato è che il ciclismo rimane marginale rispetto a un investimento di così grande portata.»

Beber sottolinea come la Federazione ciclistica non sia contraria ai nuovi impianti, ma chieda che venga realizzata una struttura davvero utile alla crescita del movimento giovanile: «Noi siamo per una struttura polifunzionale che consenta la pratica delle varie discipline del ciclismo. Un luogo dove i ragazzi e le ragazze dai 6 ai 13-14 anni possano allenarsi in sicurezza, concepito come centro federale di formazione e crescita degli atleti, nel quale poter svolgere anche attività agonistica evitando di occupare strade, piazze o zone industriali.»

Per Beber si tratterebbe di una struttura polivalente «che possa accogliere anche praticanti di altri sport, con strutture adeguate e servizi funzionali». Tuttavia, al momento, «manca un pezzo importante, che ci era stato detto essere una priorità rispetto al resto».

Il presidente chiarisce poi che «queste opere non hanno nulla a che vedere con l’appuntamento dei Super Mondiali di ciclismo del 2031». E avverte: «Se si vuole dare una risposta seria, concreta e lungimirante alle esigenze di chi pratica il ciclismo garantendo loro maggiori livelli di sicurezza, in particolare per i più giovani, queste proposte sono inadeguate e lontane nel tempo.»

Beber teme che, senza un intervento mirato, «ci sia il rischio di arrivare al 2031 con un movimento ciclistico trentino in asfissia, in affanno». Ricorda inoltre che «ci sono territori come la Valsugana che chiedono da tempo un circuito protetto, la Val di Non la sistemazione della pista utile per avviare al ciclismo i ragazzini, e la necessità di sistemare il manto della pista di Mori».

Il presidente conclude con un appello: «Confidiamo che, in vista dell’appuntamento mondiale, ci possa essere un ragionamento complessivo sulle strutture utili per dare prospettiva al movimento ciclistico provinciale e avere la possibilità di indicare ipotesi diverse.»